di Diana Sartori
Leggendo l’ultima newsletter a cura di Laura Giordano, mi è venuto in mente un aneddoto che forse sembrerà stupido e dissonante sul rapporto con la prostituzione.
Per anni tornando a casa in bici dalla stazione tardi dovevo passare per una zona di strade buie, andavo veloce e sempre un po’ allarmata per gli uomini che ci giravano, specie quando erano in gruppo, che incontravo e che mi apostrofavano.
Poi finalmente la zona è diventata davvero malfamata perché si è riempita di prostitute, straniere in genere. Ma per me è stato un sollievo, da quando ci sono state loro io mi sono sentita al sicuro, e così le salutavo cordialmente, ricevendo sempre risposta, tanto più che le trovavo in treno e lamentavamo il gelo da affrontare, loro soprattutto.
Ora la zona si è islamizzata, e hanno cacciato le prostitute, lì vicino c’è anche la moschea. Anche così mi sento tranquilla, anche perché cliente della macelleria halal. Però prima era meglio, mai ho fatto chissà che discorsi con le donne che involontariamente mi davano difesa. Ma un po’ di intesa…
ecco, che scemenza, non ho una morale da tirare. Ma sì, quella parola “gratitudine”, che ho letto in un vostro titolo, mi risuona, e tanto di più a pensarci.
Leggerò.
Grazie a tutte, come da sempre.
(www.libreriadelledonne.it, 7 novembre 2019)