18 Luglio 2022

Alcune riflessioni a favore di una proposta di legge neoabolizionista sulla prostituzione

di Luciana Tavernini


In paesi a regime parlamentare la proposta di un disegno di legge innovativo indica che una parte dell’opinione pubblica ha preso coscienza dell’ingiustizia di una determinata situazione e, con la discussione che suscita, permette di sviluppare il dibattito.

Ho dunque accolto favorevolmente la presentazione al Senato del DDL S. 2537 soprattutto perché, sul modello neoabolizionista, amplia la legge Merlin prevedendo la punibilità del prostitutore, colui che paga per avere accesso al corpo di una donna, e istituisce fondi per chi desidera uscire dal sistema prostitutivo, soprattutto donne e bambine. Infatti «i dati raccolti da United Nation Office on Drugs and Crimes (UNODC) nel Global Report on Trafficking Persons del 2018 mostrano come su un campione di 12.162 donne vittime di traffico di persone, ben 77% di esse sono trafficate a fine di sfruttamento sessuale nel mercato della prostituzione, mentre tra le bambine e le ragazze, su un totale di 4.863 vittime accertate, il 72% è trafficato per lo stesso fine e destinato allo stesso mercato». Inoltre «i dati pubblicati dalla Commissione europea nel 2018 mostrano che tra le vittime di tratta per sfruttamento sessuale, ben il 95% è composto da donne e bambine».*

Quando sentii parlare per la prima volta della legge svedese che dal 1999 considera il prostitutore colpevole di violenza, quindi da punire, e che ha ridotto del 65 % il numero di persone in prostituzione, il primo effetto fu di incredulità, ma poco dopo fu di chiarificazione. 

Dalla lettura del libro Stupro a pagamento di Rachel Moran, una delle sopravvissute al sistema prostitutivo, e direttamente da lei, avendo avuto la possibilità di conoscerla personalmente e di ascoltarla anche nella sua video-intervista a Nuccia Gatti No room inside me for me, avevo imparato che la prostituzione è uno stupro a pagamento. Produce forme di dissociazione nelle prostituite, oltre alla riduzione della loro speranza di vita, e dunque la prostituzione è un delitto contro la persona.

Può allora la legge lasciare impunito colui che produce questa riduzione a merce del corpo femminile, spezzettandolo e separandolo dalla pienezza dell’unità della persona?

Certo che le pretese maschili di considerare le donne corpi a loro disposizione sono dure da smantellare. Basta pensare che solo dal 1996 lo stupro in Italia è diventato reato contro la persona, mentre prima la donna non veniva neanche presa in considerazione perché lo stupro era considerato solo come delitto contro la morale. 

Carla Corso, che aveva fondato nel 1982 il Comitato per i diritti delle prostitute per protestare contro le violenze di cui erano autori impuniti i militari della base statunitense di Aviano, nel libro scritto con la sociologa Sandra Landi, Ritratto a tinte forti, descrive la sua esperienza, ne mostra i pericoli ed è ben consapevole che nello scambio prostitutivo non è previsto il piacere femminile.

Ma una modalità di relazione tra uomini e donne che non preveda la ricerca del piacere di lei può essere chiamata sesso?

Lo scambio di denaro giustifica la privazione del piacere di lei e la trasforma in lavoro?

Non basta che passi del denaro perché sia rispettata la dignità del lavoro, come conferma la sentenza n. 141 del 2019 della Corte Costituzionale.

Chiamare la prostituzione Sex work è dunque solo una ripulitura della terza industria illegale dopo quella della droga e della vendita di armi. Una ripulitura simile al chiamare gli schiavi “addetti alle piantagioni” come proponeva uno schiavista contrario all’abolizione della schiavitù. Infatti il titolo del libro, che guarda con grande attenzione alla situazione italiana, afferma con forza che la prostituzione è: Né sesso né lavoro.

Se dunque è una violenza maschile contro le donne, perché non dovrebbe essere prevista una punizione per chi la mette in atto? La legge, soprattutto per gli uomini, discrimina tra ciò che è lecito e perciò si può fare, e ciò che è proibito.

Julie Bindel, autrice di Il mito Pretty Woman. Come l’industria del sesso ci spaccia la prostituzione, un’inchiesta a livello mondiale con oltre 250 interviste a persone coinvolte a diverso titolo nella prostituzione, invitata in un recente convegno organizzato al Senato, ha raccontato un episodio capitatole mentre volava verso New York, seduta tra un giovane svedese e uno olandese. Il primo sentiva che la prostituzione avrebbe sminuito anche lui e i suoi rapporti con le donne, il secondo la considerava un divertimento lecito senza curarsi delle conseguenze sulle donne.

Perché non usare una legge che punendo indica agli uomini che comprare l’accesso al corpo femminile non è lecito?

Certamente vi sono uomini che sanno capire quando una loro azione fa del male, che sanno come il piacere sia più grande quando è scoperta insieme della diversa sessualità di entrambi. Che sanno cos’è l’irrinunciabile per la dignità del lavoro e che, quando viene lesa per le donne, anche per loro è a rischio. Uomini che si sono modificati in relazione con donne che, amando sé stesse, sanno amare e farsi amare. Sapranno questi uomini, nel dibattito che già questa proposta sta suscitando perché tocca gli interessi delle lobby che lucrano sul corpo delle donne, far sentire quanto la prostituzione riguardi anche loro?


(*) Questi dati sono citati nella relazione introduttiva al DDL S. 2537 XVIII Leg., Modifiche alla legge 20 febbraio 1958, n. 75, e altre disposizioni in materia di abolizione della prostituzione

– Julie Bindel, Il mito Pretty Woman. Come l’industria del sesso ci spaccia la prostituzione, VandA.epublishing, 2019

– Carla Corso, Sandra Landi, Ritratto a tinte forti, Giunti, 1991

– Daniela Danna, Silvia Niccolai, Luciana Tavernini, Grazia Villa, Né sesso né lavoro. Politiche sulla prostituzione, VandA.epublishing, 2019

– Rachel Moran, Stupro a pagamento, Round Robin, 2018

– Caterina Gatti, No room inside me for me, docufilm, 36’, 2021, per informazioni nuccia.gatti@gmail.com

– Prostituzione, l’Italia è pronta per il modello nordico? Confronto tra modelli legislativi UE e presentazione del progetto di rafforzamento della legge Merlin, Convegno al Senato su iniziativa della senatrice Maiorino https://youtu.be/uxQTBL0HGfQ L’intervento di Julie Bindel è a h.1’30”

 La prostituzione ci riguarda. Tutte e tutti. Redazione allargata di Via Dogana 3, 6 ottobre 2019. Nel sito della Libreria delle donne gli articoli sul tema.


(www.libreriadelledonne.it, 18 luglio 2022)

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