24 Agosto 2023

Dalla Spagna un contributo sul consenso

di Chiara Maria Lazzaretto


Chiara vive in Spagna da 18 anni, ha 39 anni, due bambini, segue molto da vicino il movimento femminista spagnolo e quello italiano.


21 Agosto 2023: le calciatrici della nazionale spagnola sono in prima pagina. Hanno vinto il campionato mondiale di calcio. Domenica in varie piazze si sono visti megaschermi e nei bar erano in molti sintonizzati ed emozionati per i successi della “Roja femenina” (“Rossa femminile”).

Puro entusiasmo e euforia, un successo della squadra, di tutte le donne e dello sport. Ma presto i toni festosi si sono affievoliti, ricordandoci che il cammino è ancora lungo.

In poche ore la notizia è diventata il bacio in bocca (rubato) che il presidente della federazione di calcio ha dato a una giocatrice a fine partita, al momento della premiazione. Il fatto che sia scoppiato lo scandalo è un buon segno, ma è comunque molto grave che sia successo e che ancora una volta sia caduta l’ombra su queste brillanti donne. Il terribile gesto è riuscito infatti a monopolizzare il momento di gloria della squadra, così faticosamente raggiunto.

Si è detto e scritto molto sia in Spagna e all’estero, su questa azione di puro maschilismo, sbattuto sugli schermi in modo così plateale, sull’abuso di potere e sulla difficile posizione della ragazza. Però, a mio avviso, non si è detto abbastanza sul mancato consenso. Eppure proprio il consenso è il nodo centrale di molte situazioni di abuso e l’aspetto fondamentale nella valutazione sociale e giudiziaria dei vari casi.

Per interi secoli non è mai stata neppure contemplata la questione di cosa potesse pensare la donna sull’uso del proprio corpo da parte dell’altro. Che lei fosse d’accordo non era condizione necessaria per il piacere dell’uomo.

La lotta femminista è riuscita a includere in questa equazione la donna che, passando da oggetto a persona, si è caricata di una serie inedita di caratteristiche. Le donne possono provare piacere o no. Possono voler avere rapporti o no. Possono persino arrivare a protestare. Non che questo potere abbia poi portato a un annullamento delle violenze sessuali, come è evidente, però ha aperto la porta alla questione del consenso. E così, per l’era moderna, il concetto è più o meno questo: il rapporto sessuale può essere consenziente o no. Il rapporto non consenziente è uno stupro.

Ma non è ancora così, perché il mondo cambia molto velocemente e il patriarcato ha la sorprendente capacità di adattarsi benissimo e in modo automatico ad ogni nuova situazione.

Nel libro Esto no es sexo- otra educazione sexual es urgente, Marina Marroquí Esclápez ha visto la necessità di includere una lista di segnali che può mandare la donna al momento del corteggiamento e avvicinamento sessuale che rendono chiaro il mancato consenso. L’autrice ha spiegato che alla fine delle sue lezioni nei licei, spesso i giovani le si avvicinano per dirle che non sono sicuri di capire quando la ragazza è d’accordo. E così nella lista ha dovuto includere dettagli per una donna vergognosamente ovvi come “chiude le gambe”, “stringe i pugni”, “le cade qualche lacrima”.

Nel libro non si mette in dubbio che i giovani siano confusi quando si fa riferimento al consenso, anzi. Ciò che fa l’autrice è spiegare il motivo di questa sorta di ottusità mentale di molti giovani maschi.

Il porno, ormai accessibile a tutti, che arriva da solo ai giovanissimi senza essere cercato, ha normalizzato un tipo di sesso fittizio e basato sulla dominazione maschile.

Da pochi giorni abbiamo potuto confermare le parole della Marroquí: a Firenze un gruppo di ragazzi, accusati di uno stupro di gruppo avvenuto nel settembre del 2018, sono stati assolti perché, “condizionati da un’inammissibile concezione pornografica della relazione con il genere femminile” (motivazioni della sentenza), non avevano capito che la ragazza non fosse consenziente.

Non è ammissibile giustificare uno stupro con l’ignoranza però è altrettanto fondamentale portare al centro del dibattito la gravità della situazione e l’urgenza di un’educazione specifica.

In un momento in cui la realtà virtuale sembra prendere il sopravvento senza nessun controllo su quella tangibile, esiste un mondo che a noi donne, non più bambine né adolescenti, appare alquanto distante, invece è molto presente nella quotidianità della maggioranza dei giovani. Credo sia fondamentale conoscerlo, cercare di capirlo e frenarne le tragiche conseguenze. 


(www.libreriadelledonne.it, 24 agosto 2023)

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