29 Febbraio 2024

Flora De Musso

di Libreria delle donne



Flora De Musso è morta il 17 febbraio 2024. Era nata il 23 giugno 1946.

Femminista “storica” milanese – negli anni ’70 faceva parte del collettivo di via Cherubini – ha insegnato microeconomia nelle scuole superiori. Negli anni ’80, quando il pensiero della differenza ha cominciato a investire le pratiche professionali delle singole, soprattutto delle insegnanti, Flora ha avviato insieme ad altre un gruppo di riflessione sulla pratica pedagogica, che grazie a iniziative analoghe in altre città, incontri e convegni, ha fatto nascere la pedagogia della differenza (vedi Educare nella differenza a cura di Annamaria Piussi, Rosenberg & Sellier, 1989). Scritti del gruppo da lei curati sono stati pubblicati sulla rivista “Cooperazione educativa”. Nel 1992, con Luisangela Lanzavecchia ha curato il volume Libertà femminile nel ’600 (Libreria delle donne), che documenta uno splendido lavoro di ricerca da loro fatto in alcune classi. Nell’84 Flora aveva cominciato a mettere mano alla grande quantità di documenti, riviste, opuscoli accumulati nello scantinato della Libreria delle donne nella sede di Via Dogana, creando insieme a Gabriella Lazzerini l’archivio politico dei documenti 1974-1997, che nel 1999 è stato dato in comodato alla Fondazione Elvira Badaracco. Dal 2007 in poi si impegnò nel secondo “riordino” dell’archivio conservato nel seminterrato della nuova sede di via Pietro Calvi, insieme a Luca Bergamaschi, che continua l’opera. Tra gli scritti di Flora, vogliamo segnalare l’articolo Maria Grazia Zerman e i suoi doni (Via Dogana n. 92 “Cambiare l’immaginario del cambiamento”, marzo 2010), sulla cara amica morta nel 1995 che aveva lasciato un fondo per promuovere e sostenere economicamente la ricerca delle donne.


Alcune di noi hanno scritto i brevi ricordi che seguono. Sul sito abbiamo già pubblicato quelli di Luca Bergamaschi e di Francesca Graziani.


Io l’avevo conosciuta facendo insieme i “corsi abilitanti” all’insegnamento (Diritto e Economia) nei lontani anni ’70 e qui era nata un’amicizia affettuosa e di grande scambio. Con un’altra collega, tuttora mia grande amica, avevamo formato un gruppetto “vivace” e affiatato. In seguito, con una docente del corso che ci piaceva particolarmente, avevamo fatto anche un gruppo di autocoscienza incentrato sul lavoro dell’insegnante. Poi siamo finite in scuole diverse e io in anni successivi ho lasciato l’insegnamento… ci siamo un po’ perse di vista. Di quel periodo mi era rimasto un ricordo tangibile, uno stupendo scialle fatto da lei a maglia, attività nella quale era abilissima.

(Silvia Motta)


Abbiamo insegnato nella stessa scuola nel 1975. In viale Zara Flora ci aspettava con la macchina per andare a Lissone: Istituto del mobile. Andate e ritorni ci raccoglievano in una socialità femminile di colleghe. Così la informai dell’esistenza della Libreria delle donne, felicissima ci venne con me e in seguito mi ricordò spesso che le avevo dato la più importante opportunità della sua vita.

(Antonella Nappi)


Se può servire, io ricordo che negli anni ’80 dopo la pubblicazione del Sottosopra verde (1983) ho conosciuto Flora nel corso di due convegni, uno a Bologna e uno a Parma, che io stessa con altre della Biblioteca delle donne organizzai, e in entrambi Flora aveva sostenuto con fermezza l’efficacia della pratica dell’affidamento a scuola e in qualsiasi luogo di lavoro o altro, come una invenzione della Libreria delle donne che ogni donna poteva agire. In quel periodo questa pratica fu molto contestata e lei mi colpì per la forza con cui condusse questa battaglia nel movimento femminista.

Poi a Milano la incontrai nel gruppo delle insegnanti della Libreria nel sottoscala di Via Dogana e una volta trasferitami a Milano, molto più spesso, in Libreria, al Circolo della rosa e nel seminterrato della nuova sede della Libreria, al lavoro con Luca all’Archivio dei Libri preziosi e della rivista Via Dogana. Lavoro prezioso che Luca ha continuato per amore, per riconoscenza e perché non vada sprecata la ricchezza del pensiero e dell’agire femminile.

(Laura Minguzzi)


Il primo flash di Flora è legato a Grazia Zerman, le rivedo sempre insieme, belle, eleganti, forti, luminose; insieme facevano un turno in Libreria nel pomeriggio. Poi, quando Grazia mancò e fu istaurato un premio a suo nome per una tesi di laurea alle studentesse, la ricordo sempre presente all’appuntamento annuale.

Entrai in rapporto con lei quando, raggiunta la pensione, mi comunicò che intendeva organizzare l’archivio nel seminterrato della Libreria. Decidemmo insieme il necessario per iniziare e, per non pesare sull’economia della Libreria, ci attivammo per chiedere un contributo esterno così esiguo che ci venne subito accordato. Comprammo un computer, un deumidificatore e più avanti tanti faldoni per contenere i documenti.

Flora condivideva il progetto con Luca, suo amico e collega di scuola, li vedevo arrivare puntuali, determinati, precisi. Poi cominciò a diradare la sua presenza lasciando a Luca il compito di continuarlo, compito che tuttora porta avanti con impegno e piacere. Cominciai a chiamarla per avere notizie della sua salute, di cui non volle mai parlare, instaurammo così un rapporto a distanza fatto di leggerezza e ironia che è durato quasi quattro anni. Solo nell’agosto scorso mi mandò un messaggio in cui diceva la sua presenza in ospedale per riprendersi da una polmonite, ancora una volta minimizzando in modo affettuoso. Malgrado la gravità ricambiai l’affetto e la leggerezza.

Rivendico questo nostro rapporto in superficie ma non superficiale, fatto di attenzione reciproca, di leggerezza e di affetto. A Natale mi mandò questo messaggio: «Buona vita. bacini».

(Renata Dionigi)


(www.libreriadelledonne.it, 29 febbraio 2024)

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