17 Giugno 2021

Le donne tunisine e “La coperta della memoria”

di Silvia Marastoni


Siamo madri, sorelle, donne tunisine che, nella frontiera del Mar Mediterraneo, hanno perso i propri cari – figli, figlie, fratelli e sorelle – morti o scomparsi a causa delle politiche migratorie europee che negano diritti, storie e vite umane. Molti dei nostri cari sono ancora oggi dei numeri senza volto, scomparsi nell’indifferenza politica e sociale.

Per restituire un nome a queste persone e per riconoscere le loro storie, abbiamo deciso di partecipare al progetto della #copertadiYusuf, nata a Lampedusa all’indomani dell’annegamento del piccolo Yusuf, ennesima vittima del mare spinato.

Filo alla mano, trama e ordito, costruiamo la “Coperta della memoria – Tunisia”. Ogni “mattonella” che compone la coperta corrisponde alla storia di una persona scomparsa o morta lungo la rotta migratoria.

Ogni “mattonella” rappresenta una persona che ancora cerchiamo e per cui chiediamo verità e giustizia.

Affinché i nostri figli e le nostre figlie, i nostri fratelli e le nostre sorelle annegati nel Mediterraneo spinato non siano dimenticati: intrecciamo la nostra memoria con quella di altre famiglie e altre madri in Italia e in Tunisia, per costruire un racconto comune, contro la rimozione istituzionale e politica dei diritti.

La coperta della Memoria – Tunisia nasce quindi con lo scopo di non permettere che l’indifferenza trascini nell’oblio queste storie e cancelli le responsabilità di queste morti.

Per fare del racconto un mezzo di contrasto della violenza della frontiera. Per fare della memoria uno strumento di lotta collettiva”.

Dal 5 giugno scorso, le donne tunisine autrici di questo testo si sono unite alle molte/ai molti che hanno aderito all’iniziativa lanciata dal Forum Lampedusa Solidale dopo la morte del piccolo Yusuf, il bambino di soli sei mesi annegato nel naufragio dell’11 novembre scorso nel Mediterraneo che – come hanno scritto le sue promotrici/i suoi promotori – “ha passato più tempo nel ventre della sua mamma che su questa terra”.

Un progetto che “intreccia nella memoria trama del presente e ordito del passato”, perché nel futuro nessuno possa dire “io non sapevo”; che vuole dare voce ai desideri, alle competenze e alle idee soprattutto delle donne”, di chi non vuole arrendersi all’idea che il mare che ci circonda e che è sempre stato fonte di vita per chi vive su queste isole e lungo tutte le coste del bacino del Mediterraneo sia trasformato in un luogo di morte, di paura e di guerra”. Di chi “ha voglia di dire che il Mediterraneo deve tornare a essere fonte di vita, una madre che abbraccia e protegge i suoi figli e le sue figlie”.

Sulla pagina Facebook che hanno aperto, La couverture de la mémoire – Tunisie / La coperta della memoria – Tunisia, anche le donne tunisine hanno iniziato a pubblicare da qualche giorno le foto dei quadrati che insieme lavorano a maglia e a uncinetto: tra i primi, quello dedicato “a Musa Balde, il ventitreenne originario della Guinea aggredito e picchiato il 9 maggio a Ventimiglia, poi rinchiuso nel Centro di permanenza per i rimpatri di Torino in una cella d’isolamento, dove tredici giorni dopo si è suicidato”: “Ucciso”, scrivono nel messaggio che accompagna la “mattonella” di lana, “dalla violenza politica e istituzionale italiana. Per i tuoi diritti calpestati. Per il tuo sogno di libertà”.

Insieme alle tantissime altre arrivate e ancora in arrivo a Lampedusa, andrà a comporre “una coperta infinita, simbolo del legame tra le storie dei singoli, primo passo verso la nascita di una comunità, che diventerà patrimonio condiviso innanzitutto per quella di Lampedusa e Linosa”. E, accanto alle “mattonelle” di lana” cucite, i biglietti “con un titolo e una storia, un pensiero, un racconto, il luogo o la data di quando è successo, un desiderio” che le accompagnano.

Chi desidera partecipare all’iniziativa può spedire un quadrato di lana (10x10cm) realizzato ai ferri o a uncinetto e il proprio messaggio, accompagnati da una liberatoria firmata che ne autorizzi la pubblicazione e – se lo si vuole – il proprio nome a: Biblioteca Ibby Lampedusa, via Roma 34 – 92031 Lampedusa (AG).

Solo questi saranno singolarmente pubblicati, ma tutti quelli ricevuti verranno comunque cuciti e faranno parte della “Coperta di Yusuf”.


(www.libreriadelledonne.it, 17 giugno 2021)

Print Friendly, PDF & Email