di Lia Cigarini e Luisa Muraro
Lea Vergine non è più tra noi ma è ancora dentro di noi nel ricordo e ancor più nella riconoscenza: lei è tra le donne che hanno aiutato la nascita della Libreria delle donne di Milano.
L’abbiamo conosciuta nel 1975, quando, in cerca di soldi, ci siamo rivolte ad alcune artiste come Carla Accardi, Dadamaino, Valentina Berardinone e Nilde Carabba. Altre si uniranno. Lea Vergine ha messo insieme le opere (serigrafie) di queste artiste accrescendo così il loro valore anche in senso commerciale.
In un’intervista di Massimiliano Gioni, curatore della mostra di Palazzo Reale La Grande Madre (2015), Lea racconta: «Nel 1975, la Libreria con Luisa Muraro e Lia Cigarini mi chiese di presentare una cartella di artiste. Rimango un po’ perplessa. Scrivendo per la prima volta su nove artiste insieme, tra le quali Carla Accardi, Dadamaino e Amalia Del Ponte, ho cominciato a prendere coscienza di separazioni terrificanti…» E aggiunge: «avevo un subbuglio dentro di me, forse un autentico star male. Così mi sono detta è il momento di fare una ricerca seria e, nel 1978, ho cominciato a lavorare alla mostra L’altra metà dell’Avanguardia inaugurata a Palazzo Reale di Milano nel 1980».
Lea Vergine aveva già pubblicato Il corpo come linguaggio (la Body Art e storie simili) e scoprì, in seguito all’incontro con la Libreria, l’importanza che la politica delle donne dava e dà all’essere corpo. Questa coincidenza è diventata un legame duraturo con la Libreria delle donne di Milano, che resta vivo e che noi affidiamo anche a quelle che non l’hanno conosciuta.
(www.libreriadelledonne.it, 21 ottobre 2020)