26 Agosto 2022

L’ennesimo rimosso maschile

di Umberto Varischio


Negli ultimi giorni, i mezzi di informazione e i social sono invasi di comunicati, prese di posizione, commenti che condannano la diffusione, da parte di una donna, di un video in cui un’altra donna viene stuprata. Sono interventi di uomini e donne che condannano, con toni diversi, la donna che ha diffuso il filmato, ma che poco o nulla hanno da dire sul fatto rappresentato; si condanna, giustamente, la violenza (ma quasi come un atto dovuto) e si passa, in modo molto più esteso, a condannare, anche qui giustamente, chi lo ha diffuso. Quindi, a fronte di un atto di violenza sessuale di un uomo contro una donna… condannano soprattutto l’altra donna!

Anche in questo caso siamo messi a confronto con comportamenti, che come nel caso della messa in discussione della possibilità di aborto negli Stati Uniti, rimuove la responsabilità maschile nel concepimento per condannare, in quell’occasione, la decisione; un altro esempio del dito che indica la luna e dello stolto che guarda il dito. Se si è uomini una condanna, oltretutto frettolosa (per poi passare ad altro), non basta.

Sì, perché anche in questa occasione sarebbe stato il caso che noi uomini ci fossimo in gran numero ed estesamente interrogati sull’atto che l’uomo ha commesso, su quello che vuole dire per me, noi, cosa significa questo atto di estrema violenza per la mia, nostra sessualità, sul rapporto tra noi e le donne: le estranee, ma anche quelle che ci vivono accanto e quelle che ci sono amiche o conoscenti. Della violenza che spesso fa capolino nei miei, nostri comportamenti, atti, parole, espressioni nei loro confronti, del nostro rapporto con la pornografia… e molto altro ancora. Insomma, su un patriarcato che è una struttura di potere che non è apparsa improvvisamente in tutte le società umane, ma che è stata prodotta e strutturata da milioni di azioni e comportamenti di noi uomini; e che, con i nostri comportamenti, anche oggi cerchiamo disperatamente di perpetuare.

Questo discorso, lo so già, potrebbe essere etichettato come una presa di posizione che fiancheggia quello della destra politica e sociale che in questi giorni si difende e attacca al grido di: stuprano una donna e loro se la prendono con un’altra! No, quello che qui io sostengo non è solo l’accusa contro quel singolo uomo; il problema per me non sono solo i singoli uomini che commettono questi atti, ma le migliaia (o milioni) di uomini, bianchi, gialli o neri, ricchi o poveri, istruiti o ignoranti, di destra o di sinistra che agiscono violenze di diverso grado, anche sessuali, sulle donne, spesso quelle con cui condividono la vita.

Ah, scusate, che sbadato; mi sono dimenticato che siamo in campagna elettorale e quindi non solo quasi tutto è lecito, ma anche che distinguo e problemi come quelli che pongo possono tranquillamente passare in secondo, se non in terzo, quarto piano! Non possiamo perderci in sottigliezze: la questione fondamentale è difendere “l’amica” e “l’alleata” o attaccare “la nemica”. È una guerra, bello mio! Ora andiamo a vincere le elezioni; del rimosso maschile ce ne occuperemo, forse, la prossima volta.


(www.libreriadelledonne.it, 26 agosto 2022)

Print Friendly, PDF & Email