28 Febbraio 2021

Lettera aperta per Lorena Fornasir e Gianandrea Franchi

Le Citta Vicine


Nell’incontro on line delle Città Vicine sabato 27 febbraio 2021 è stata espressa unanimamente piena solidarietà a Lorena Fornasir e Gianandrea Franchi, coppia nella vita e nell’impegno politico, amica delle Città Vicine e spesso presente agli incontri.


Da anni siamo a conoscenza e ammiriamo il continuo impegno politico di Lorena e Gianandrea nei confronti degli ultimi, donne e uomini sofferenti che cercano di fuggire da guerre, persecuzioni e fame attraverso la Bosnia, ma che vengono respinti dalle forze dell’ordine, picchiati, costretti al freddo, con piedi piagati per il lungo cammino. Lorena e Gianandrea lavano loro i piedi, curano le loro ferite, portano cibo e coperte sulla pubblica piazza di Trieste. Cercano di soccorrerli come possono. A volte hanno anche ospitato qualcuno, come una famiglia iraniana di etnia curda nella loro casa che è anche sede dell’associazione Linea d’ombra.

Qual è la loro colpa secondo la polizia che vi ha fatto irruzione perquisendola e requisendo il telefono e il computer personale di Gianandrea? L’assurda accusa è “favoreggiamento nei confronti degli sfruttatori”, i cosiddetti passeur, che prendono soldi dai migranti in cambio della promessa del passaggio attraverso i confini.

Noi pensiamo che la vera “colpa” sia quella che con il loro impegno mostrano l’inerzia e la disumanità dell’Europa nei confronti degli sfruttati e dei nuovi perseguitati. Invece è proprio grazie a loro e agli altri volontari, se la città di Trieste riesce in parte a riscattarsi dall’immagine di intolleranza e razzismo che mostra troppo spesso, come fa anche in questa occasione, costruendo, come dice Gianandrea Franchi: «una sorta di macchina del fango che si vuol gettare non tanto sulla mia persona ma su un lavoro collettivo di solidarietà.»

Ad aggravare “la colpa” di Lorena Fornasir e Gianandrea Franchi c’è la loro convinzione spesso dichiarata che il loro non è un semplice gesto umanitario, ma un agire politico. Non è elemosina, non è l’ipocrita e rituale dichiarazione di cordoglio che troppe volte abbiamo ascoltato dopo le periodiche stragi di migranti, affogati nel Mediterraneo o morti di fame e freddo sulle strade della civile Europa. Da quando la solidarietà è diventata reato, da quando il gesto umano di tendere la mano allo straniero che chiede di poter vivere una vita degna di questo nome è diventato un crimine? Abbiamo dimenticato l’insegnamento cristiano delle sette opere di misericordia corporali? La vicenda ci interroga tutte e tutti su che cosa sono diventate le nostre città, intorno alle quali sono state erette mura invisibili, ma non meno invalicabili di quelle abbattute nell’’800.

Dichiariamo di condividere l’azione politica di Linea d’Ombra;

Di aderire all’iniziativa lanciata da Lorena, di costituire un “ponte di corpi”. È la convocazione di donne e uomini per chiedere l’apertura delle frontiere: il 6 marzo “un ponte di corpi” attraverserà l’Italia dal sud al nord e, nello stesso giorno, alcune donne si incontreranno sul confine più violento, quello della Croazia contro le violenze e i respingimenti di cui sono vittime ogni giorno donne e uomini della rotta balcanica;

Di impegnarci a contribuire alla raccolta di fondi per la loro difesa.

Le Città Vicine chiedono quindi agli organi competenti di fare immediata chiarezza sulla vicenda per poi poter riconoscere l’alto valore sociale e umano delle azioni di Lorena Fornasir e Gianandrea Franchi che in questo impegno mettono a disposizione risorse personali e la propria vita.


(www.libreriadelledonne.it, 28 febbraio 2021)

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