4 Luglio 2022

Marie-Claire Chevalier è morta

di Donatella Massara


Questa è la notizia che mi è stato proposto di pubblicare sul gruppo Facebook La Biblioteca femminista.


«Marie-Claire Chevalier è morta.

Quel nome probabilmente non dirà molto. È però l’origine di una delle più grandi leggi femministe, nel senso nobile del termine, del Novecento.

Marie-Claire è stata stuprata all’età di 16 anni. Da questo stupro, rimane incinta e decide di abortire. Visto che questo atto era illegale in Francia all’epoca, viene denunciata dal suo stupratore e la fantastica Gisèle Halimi, avvocata, difende Marie-Claire in un processo che si svolge nel 1972. Il processo di Bobigny. L’effetto mediatico è mostruoso, Marie-Claire viene assolta, e la legge Veil che consente la IVG [interruzione volontaria di gravidanza, Ndr] sarà adottata il 17 gennaio 1975. Liberando così Marie-Claire e migliaia di donne del passato, presente e a venire.

Quasi 47 anni dopo l’approvazione di questa legge, Marie-Claire è morta e ha raggiunto Gisèle e Simone (Simone Veil, ministra della sanità francese che varò l’omonima legge, NdR).

Grazie ragazze.»

Grandissime!!! Avevo 22 anni quando nel marzo del 1973 distribuii “fra le donne del quartiere” il volantino che raccontava la battaglia di Gisèle Halimi con Marie-Claire Chevalier e Simone de Beauvoir. Iniziava la lotta per la libertà di aborto, per una gravidanza decisa dalle donne per l’auto determinazione del corpo femminile. Allora ero una ragazza. Mi dichiaravo femminista da alcuni anni. Non conoscevo le donne di via Cherubini che fonderanno poi la Libreria delle donne. Ero una lupa solitaria. Non ricordo neanche da chi fosse stato stampato quel volantino, probabilmente dal Partito radicale. Non mi importava. Sapevo che quanto stava succedendo andava bene, molto bene.

Sapevo che eravamo oltre i diritti perché il diritto deriva da un’affermazione contro un sopruso, da una potenza politica o è una spartizione. Sul corpo femminile e la gravidanza NON si legifera, le donne decidono del proprio corpo e di se stesse. Di questo ero convinta. Logico. Non sapevo che alle donne del quartiere stavo dando una bomba simbolica da lanciare contro il potere soprattutto maschile. O meglio: stavo dando un taglio simbolico dal potere maschile. Quello che è stato messo in scena in questi giorni di abrogazione americana del diritto di aborto. Il taglio simbolico c’è stato. Non c’è ricucitura possibile. Lo stiamo vedendo.


(www.libreriadelledonne.it, 4 luglio 2022)

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