di Silvana Ferrari
Il prossimo 10 dicembre si svolgerà a Stoccolma la cerimonia di consegna del Premio Nobel per la Pace 2018 assegnato a Denis Mukwege e a Nadia Murad «per il loro impegno nel mettere fine all’uso della violenza sessuale come arma sistematica in guerra e nei conflitti armati.»
Denis Mukwege, ha spiegato l’Accademia svedese nell’annunciare la premiazione, «è un medico che ha trascorso gran parte della sua vita aiutando le vittime delle violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo.
Mukwege e il suo staff hanno curato migliaia di vittime. Il ginecologo ha ripetutamente condannato l’impunità per gli stupri di massa e ha criticato il governo congolese e quelli di altri Paesi per non aver fatto abbastanza per fermare l’uso della violenza sessuale contro le donne come arma di guerra.»
Nadia Murad è una giovane donna yazida «vittima e testimone di crimini di guerra. Ha rifiutato di accettare i codici sociali che impongono alle donne di rimanere in silenzio e vergognarsi degli abusi a cui sono state sottoposte. Ha mostrato un coraggio raro nel raccontare le sue stesse sofferenze e nel parlare per conto di altre vittime.»
Nel 2014 i miliziani dell’Isis arrivarono a Kocho, il villaggio dove Murad abitava, nell’Iraq settentrionale, e la rapirono insieme ad altre ragazze e bambini. Nadia dopo torture indicibili riuscì a scappare, come racconta nella sua autobiografia L’ultima ragazza (Mondadori 2017).
Divenuta ambasciatrice di Buona Volontà delle Nazioni Unite, premiata dall’Unione Europea con il premio Sakharov, la giovane persegue con tenacia il duplice obiettivo di divulgare il più possibile lo sterminio di migliaia di yazidi e di veder processati i suoi aguzzini come Abu Omar, il famigerato Barba Bianca, affinché «nessuna più al mondo viva ciò che ha passato lei»
In coincidenza con il Nobel esce nelle sale, dal 6 al 12 dicembre, il documentario di Alexandria Bombach, Sulle sue spalle (On Her Shoulders), ritratto di Nadia Murad, una giovane donna coraggiosa che combatte affinché la memoria sulle atrocità di cui è stata vittima e testimone non siano dimenticate
(www.libreriadelledonne.it, 6 dicembre 2018)