26 Febbraio 2020

Non basta mettere in prigione un uomo

di Luisa Muraro


Il primo pensiero, alla notizia della condanna di Harvey Weinstein (New York, lunedì 24 febbraio 2020), è stato: Marilyn, sei vendicata! Secondo pensiero, un grazie rivolto alle donne del Me-too. Anche il procuratore di New York ha detto grazie, rivolgendosi specialmente alle due testimoni decisive per la condanna, con queste parole «Esse hanno cambiato il corso della storia nella lotta contro le violenze sessuali… Io e tutti abbiamo un debito immenso verso le vittime di Harvey Weinstein». Queste parole sono giuste perché mettono in chiaro il debito simbolico che l’intera società maschile ha nei confronti delle donne che si sono coraggiosamente prestate al rito della giustizia, che hanno cioè dato alla cultura maschile un’occasione per riscattarsi.

Aver concluso il processo con la condanna dell’imputato riempie di orgoglio Cyrus Vance, il procuratore di New York. Non creda però, il brav’uomo, di aver fatto giustizia. Ha fatto il suo dovere, ma i conti restano aperti. Da lui come dai suoi simili io chiedo e pretendo una restituzione. Che gli uomini di cultura facciano finalmente il loro possibile per spiegare a se stessi e a noi l’oscuro male maschile della sopraffazione, del disprezzo e dell’odio verso l’umanità femminile.


(www.libreriadelledonne.it, 26 febbraio 2020)

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