16 Febbraio 2018

S-conforto

di Umberto Varischio

«Quanto dicono diverse signore francesi, tra cui Deneuve, ci è di conforto». Questo scriveva Michele Serra sulla sua rubrica “L’amaca” (Repubblica, 11 gennaio 2018).

Serra non è certo stato l’unico uomo a esprimersi in questo modo; altri l’hanno pensato e condiviso tra gruppi di uomini. Alcuni li conosco anch’io.

Mi sembra che dietro questa presa di posizione ci sia un retro-pensiero che dichiara: finalmente anche alcune donne francesi non indulgono più nelle noiose distinzioni terminologiche tra molestie e seduzione e anzi ci chiedono di “importunarle”. Non perdiamo tempo quindi a porci tanti problemi, lambiccandoci sulla distinzione tra due termini che spesso consideriamo, nelle nostre pratiche, quasi equivalenti; tralasciando però una questione fondamentale, il consenso.

Discorsi di questo tipo mi ispirano sconforto, se non irritazione e al limite rabbia. Mi chiedo e chiedo a loro: come facciamo ad equivocare tra seduzione e molestie? Come possiamo non renderci conto che dietro alle pratiche raccontate sempre più pubblicamente da altre donne ci sono relazioni di potere e non libertà?

Ora, per nostra sfortuna, ci si mettono oltre cento tra attrici, registe, produttrici e sceneggiatrici italiane a ricordarci la differenza che c’è tra molestia e seduzione. E a puntare il dito sulla questione delle relazioni di potere sottintese.

Dobbiamo quindi riabbassare la testa, dimenticare il breve conforto che ci era stato concesso da Oltralpe, e aspettare che passi la bufera? Oppure fare qualcos’altro?

Forse sarebbe meglio che smettessimo di cercare una facile conferma delle nostre convinzioni più profonde, smettere di rifugiarci sempre in un “grembo confortevole” e restare nel disagio, nello sconforto che queste prese di posizione ci generano per vedere cosa ne nasce. E magari poi cercare di vedere le cose del mondo non solo dal nostro punto di vista maschio-centrico.

(www.libreriadelledonne.it, 16 febbraio 2018)

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