22 Novembre 2020

Saviana Scalfi, una grande guerriera del teatro italiano

di Katia Ricci


Dopo un breve ricovero in ospedale a Roma colpita dal Covid 19, il 17 novembre scorso è mancata Saviana Scalfi, attrice teatrale, cofondatrice dello storico teatro romano della Maddalena e fondatrice del collettivo teatrale “Isabella Morra”. Molto nota e apprezzata negli ambienti teatrali di tutta Italia e oltre, anche Foggia l’ha accolta e ha applaudito molte volte le sue raggianti performance.

Milanese di nascita, esordì giovanissima nella parte di Regana in Re Lear con lo Stabile di Bolzano diretto da Fantasio Piccoli e in Madame sans gêne di Sardou con la Compagnia di Elsa Merlini e Paolo Carlini. Si trasferì poi a New York dove visse per 5 anni e frequentò i famosi corsi di Lee Strasberg all’Actor’s Studio. Tornata in Italia a metà degli anni ’60, dopo aver preso parte ad alcuni spettacoli, lavorò con Giorgio Strehler ne Il fondo di Gorki e Il fantoccio lusitano di P.Weiss. Ha poi recitato con i maggiori attori, attrici, registi e intellettuali, da Franco Enriquez a Paolo Volponi, da Elsa Merlini a Maricla Boggio e nei principali teatri italiani, ma anche stranieri.

Nel ’71 con Bruno Cirino dette vita al Teatro di Centocelle. Saviana Scalfi, infatti, in tutta la sua carriera non si accontentò mai di essere solo attrice, il suo si può definire un teatro globale, perché lo intendeva come un mezzo di ricerca per divulgare una nuova visione del mondo e della cultura femminista che in quegli anni si andava diffondendo anche in Italia.

E così nel 1973 con altre donne, scrittrici e intellettuali del calibro di Adele Cambria e Dacia Maraini, dette vita a una grande impresa, il mitico Teatro La Maddalena, che divenne ben presto un centro di riferimento del femminismo italiano, in cui debuttò con alcune storie di donne, Mara Maria Marianna. Altra sua importante impresa, che da allora ha segnato tutta la sua carriera, è stata la creazione del Collettivo “Isabella Morra”, di cui è stata direttrice artistica, attrice e regista. Con il Collettivo ha portato rappresentazioni non solo nei teatri, ma anche nelle fabbriche, nelle scuole, nelle piazze, nelle carceri, nei centri anziani. Le tematiche e i problemi più attuali, ricerca di un linguaggio più fedele al proprio essere donna erano al centro delle commedie appositamente scritte per lei o cercate in altri contesti culturali europei.

Fu così che la conoscemmo a Foggia nel 1979, quando noi giovani donne femministe la invitammo a recitare nel teatro Umberto Giordano in Due donne di provincia con Renata Zamengo. Ricordo che non fu facile ottenere l’autorizzazione per l’opposizione per evidenti motivi politici dell’ente locale, ma fummo determinate e caparbie, oltre che numerose e riuscimmo a spuntarla, a riempire tutto il teatro e a decretare il successo della commedia di Dacia Maraini.

Da allora partecipò al Collettivo anche la nostra amica e concittadina Pia Mancini che ne diventò la direttrice di scena, l’aiuto regista, la consulente nella scelta dei testi e nell’amministrazione e le è rimasta a fianco per tutta la vita.

E Pia fu il tramite per altre importanti occasioni che qui a Foggia videro Saviana Scalfi recitare in Mela con Elsa Merlini al teatro Giordano, La Regina dei Cartoni di Adele Cambria rappresentata alla sala Farina, al Piccolo Teatro, al Cine teatro Ariston. All’Ariston nel 1993 grande successo ebbero lei e Alessandra Casella in Casa Matriz della scrittrice argentina Diana Raznovich.

Una grande donna di teatro, dunque, sempre generosa con il pubblico che intratteneva dopo ogni spettacolo in dibattiti sui temi proposti nelle commedie. Ha partecipato con alcuni spettacoli a festival internazionali ottenendo sempre grandi risultati: con Due donne di provincia nel 1979 ha vinto il Premio de honor al Festival di Sitges in Spagna, dove vinse per la seconda volta il premio con Maria Stuarda di Dacia Maraini nel 1980 e vi ritornò con Mamma eroina di Maricla Boggio.

A Roma nel 1984 organizzò la prima rassegna internazionale di teatro fatto interamente da donne, dal titolo Palcoscenico, Pensieri Parole di Donna, a cui hanno aderito compagnie italiane e straniere, grandi attrici come Franca Rame, Paola Borboni, Valeria Moriconi, la stessa Saviana Scalfi, oltre che attrici provenienti dall’Inghilterra, dalla Francia, dagli USA e dalla Svizzera. Per un intero mese oltre agli spettacoli si svolsero anche incontri-dibattito con giornaliste e intellettuali come Anna Maria Mori, Germaine Greer, Lina Wertmüller, Ida Magli, Gianna Schelotto, Dacia Maraini, Simona Argentieri, Tina Lagostena Bassi.

Infaticabile, anche dopo la crisi che il teatro indipendente ha subito in Italia, ha ideato e realizzato “Recitare Libri”, presso librerie, numerosi Centri Anziani, Scuole Superiori, carceri. Presentò e recitò testi narrativi di alcune fra le più significative scrittrici italiane, tra cui Dacia Maraini, Lidia Ravera, Lia Levi, Maria Luisa Spaziani, Luce D’Eramo, Adele Cambria, Ippolita Avalli, Elena Gianini Belotti, Edith Bruck ecc.

A Foggia l’abbiamo applaudita l’ultima volta il 25 novembre del 2018 nel suo monologo Stupri impuniti… ma non per sempre tratto da La passione di Artemisia di Susan Vreeland e Lo stupro di Franca Rame in una serata presso Parcocittà organizzata dalle associazioni di donne della città: La Merlettaia, Donne in rete, Impegno donna, Andos, Correre donna, Matilde editrice, Telefono Donna e Il filo di Arianna.

Faccio mio il commento dopo la triste notizia che Alessandra Casella ha rilasciato su twitter: «Il Covid si è portato via una grande guerriera, Saviana Scalfi. Attrice, regista, impresaria: per lei la voce femminile a teatro poteva gridare o sussurrare, ma comunque farsi sentire, sempre il teatro le deve moltissimo. Le donne perdono una paladina, io una grande amica». Ciao Saviana.


(www.libreriadelledonne.it, 22 novembre 2020)

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