29 Gennaio 2025

Sulla nomina di Marina Terragni a Garante per l’infanzia e l’adolescenza

di Paola Mammani e Tiziana Nasali


Marina Terragni è stata nominata di recente, dai presidenti di Camera e Senato, Garante per l’infanzia e l’adolescenza. Non ci dilunghiamo sulla sua storia politica che le donne vicine al femminismo conoscono e su cui ci si può informare facilmente in Internet e sui quotidiani che hanno riportato la notizia.

Terragni, detto in pochissime parole, forse anche inadeguate, è considerata “divisiva”, come usa dire, perché contraria alla Gpa, ai bloccanti della pubertà e al cosiddetto self-id con il quale dichiararsi maschi o femmine sulla base della percezione soggettiva di sé. Contraria anche alla partecipazione di atlete transessuali nelle gare sportive femminili. Il suo stile da attivista e giornalista è battagliero e polemico. Questo è uno dei motivi per spiegare le veementi reazioni negative di tante amiche e compagne di strada a questa nomina. Ma è anche, o forse soprattutto, la sua scelta di ricoprire un ruolo istituzionale nel contesto del governo presieduto da Giorgia Meloni, segretaria di Fratelli d’Italia, e la sua relazione con la ministra Eugenia Roccella, deputata nelle fila dello stesso partito, ad essere un problema per molte che sono schierate a sinistra.

Pensiamo che sarebbe un peccato che dall’unica rivoluzione del XX secolo ancora viva, quella delle donne, non arrivassero pensieri, pratiche, o almeno accenni ad un diverso modo di rapportarsi tra noi, anche quando ci definiamo di destra o di sinistra. Si tratta di una sistemazione del mondo e di un pensiero elaborato dagli uomini che, in alcune occasioni della vita pubblica, molte assumono in mancanza di meglio, forse solo per votare.

In un mondo che vira decisamente a destra e in cui sempre più donne contribuiscono a questo sommovimento, interrompere o evitare di costruire rapporti tra donne di “schieramenti” diversi o che accettano incarichi pubblici che inevitabilmente si collocano nel più complessivo quadro del governo in carica, ci sembra un errore.

Tornando a Marina Terragni: nel ruolo di Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza avrà la possibilità di rispondere a molte richieste provenienti dal mondo delle donne. Per fare solo uno tra i tanti possibili esempi, potrà essere di aiuto a quelle che devono affrontare la decisione di tribunali che affidano le loro creature al padre, anche se condannato per violenza. Si tratta di sentenze che spesso si fondano sul riconoscimento della cosiddetta sindrome di alienazione parentale (Pas), giudicata priva difondamento scientifico dalla Cassazione, dall’Onu e dalla Convenzione di Istanbul. Donne e uomini impegnati nella politica e nelle professioni, proprio su questo tema così delicato, si sono già rivolti a lei con un appello*.


(*) L’appello delle femministe a Terragni: “Ci aiuti nella lotta alla Pas”


(www.libreriadelledonne.it, 29 gennaio 2025)

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