9 Novembre 2020

Una donna eletta come vicepresidente. Riflessioni su Kamala Harris, le donne e il potere

di Cristiana Fischer


Il fatto che la politica femminista non sia la politica neutra-maschile di destra e sinistra potrebbe anche darsi per acclarato. Kamala Harris è stata procuratrice di destra, cioè autoritaria e non popolare, ma è una donna arrivata a un alto livello politico nell’impero americano: questo che cosa rappresenta per le donne in generale?

Da una parte che le donne NON sono una minoranza – razziale? culturale? – da proteggere o sbeffeggiare o reprimere.

Dall’altra parte, e questo ci tocca da vicino, che non tutte le donne che “arrivano” nel mondo maschile condividono una civiltà che invece condividono in maggioranza le donne senza potere.

È questo il problema che riguarda noi donne senza potere, nei confronti di quelle che “ce l’hanno fatta”. Però sta a noi condizionare appoggio e fiducia in Kamala e convincerla che la sua forza può in realtà, per se stessa e per noi, dipendere dalle altre.

La questione è davvero seria. Una donna autoritaria, ma anche autorevole, che sostiene una politica imperiale e antipopolare, è comunque un punto di forza per le donne? Da un certo punto di vista, che le donne non sono una categoria inferiore da proteggere e insultare, sì. Che il femminismo coincida con il progressismo, o addirittura con la “sinistra” dei politicamente corretti, pare non vero. Questo è difficile da accettare per moltissime femministe.

Forse, da un corno della lotta contro il “neutro/maschile” come unico criterio per l’umanità, una donna che raggiunge potere – e però, questo è importante, non cancella il suo essere una donna! – libera qualcosa che invece ancora in molte donne permane: di essere bisognose di protezione, aiuto, rivendicazioni.

Non è cosa indifferente.

Dopodiché le contraddizioni politiche, in senso maschile, ce le dovremo vedere tra donne, prima di tutto: Kamala Harris dovrà misurarsi con il sostegno delle sue simili, o non lo vorrà? E quante delle sue simili sono disposte a stringerla all’angolo, perché come donna faccia anche scelte politiche che le sue simili considerano importanti?

Se invece la maggioranza delle donne condivide una politica solita, quella divisa tra destra e sinistra, come se fosse – come del resto è tuttora di fatto – l’unico orizzonte della politica… allora, per il femminismo, effettivamente niente potrebbero contare le donne in politica.

È questo il dato cruciale del presente in cui ci troviamo.


(www.libreriadelledonne.it, 9 novembre 2020)

Print Friendly, PDF & Email