9 Marzo 2022

Uomini esentasse

di Silvia Baratella


L’8 marzo ho udito più volte su Radio Popolare il seguente comunicato delle giornaliste:

«Oggi 8 marzo le lavoratrici di Radio Popolare aderiscono allo sciopero transfemminista di Non una di meno. Rifiutiamo la violenza di genere e la cultura patriarcale che esclude, discrimina, opprime le donne e le persone non eterosessuali. Scioperiamo per la fine delle disuguaglianze e contro le politiche di sopraffazione che sottendono alle guerre».

Mi chiedo: con queste parole d’ordine, perché scioperano solo le lavoratrici e i lavoratori no?

Scioperare comporta la trattenuta di una giornata di stipendio. In virtù di quale privilegio gli uomini vanno esentati da questa “tassa”, versata per obiettivi che li riguardano? Insomma, mentre le giornaliste eterosessuali scioperavano anche per gli uomini gay, gli eventuali giornalisti gay di Radio Popolare non scioperavano per le donne, ma nemmeno per sé stessi. Sì sì, hanno scioperato anche donne lesbiche e comunque gli uomini sciopero-esenti sono in grande maggioranza eterosessuali. Si sa. Ma questo non cambia il curioso rapporto fra chi sciopera e chi dovrebbe beneficiarne.

Un po’ come quando, dopo il lavoro, lei cucina e lava i piatti della cena che ha gustato anche lui, e lui lo considera dovuto. No? 

Postilla: il comunicato, scritto da giornaliste professioniste, ha il pregio di essere conciso, facendo così risaltare il paradosso. Che dipende comunque da chi lo sciopero l’ha ideato così.


(www.libreriadelledonne.it, 9 marzo 2022)

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