1 Maggio 2013

Coraggio editori e editrici, coraggio Libreria delle donne!

lettera di Clara Jourdan

Ringrazio Luisa Muraro e il sito della Libreria delle donne per l’articolo Habemus Clarice Lispector!, ci voleva. Intervengo per precisare come sono andate esattamente le cose circa la pubblicazione della Passione secondo G.H.: Feltrinelli l’aveva già pubblicata nel 1991 ma quando la tiratura si è esaurita non l’ha più ristampata ed effettivamente sono passati un sacco di anni da allora. Con l’occasione, vorrei tirar fuori la questione della politica editoriale in generale che troppo spesso rinuncia a promuovere gli autori/autrici di qualità: anche quando li/le pubblica poi lascia esaurire l’edizione. In specifico, questo è accaduto riguardo a Clarice Lispector: gran parte delle sue opere sono state pubblicate nel corso degli anni da vari editori ma oggi ne sono rimaste in commercio ben poche; e alcune non hanno trovato nemmeno un editore, tant’è vero che una di queste opere inedite in Italia è stata tradotta e stampata a proprie spese in edizione pirata da una lettrice che l’aveva apprezzata così tanto da studiare il portoghese per poterla tradurre. Allora la domanda è: le donne e gli uomini che lavorano nell’editoria, giornaliste/i compresi, fanno abbastanza? Noi della Libreria delle donne facciamo abbastanza? Per Lispector, non credo. In Libreria abbiamo cominciato a leggerla e ad apprezzarla grazie al Commento alla “Passione secondo GH” di Luisa Muraro, pubblicato dalla rivista DWF nel 1987 (n. 5-6, pp. 65-78). Non era un libro facile, e molte (me compresa) hanno avuto bisogno di aiuto per avvicinarsi alla sua grandezza. Oggi Clarice Lispector resta comunque un’autrice impegnativa, anche nelle altre opere scelte per questo volume uscito ora da Feltrinelli, Le passioni e i legami (che contiene: Legami familiari, La mela nel buio, La passione secondo G.H., Un apprendistato o Il libro dei piaceri, La passione del corpo, L’ora della stella). Un’autrice impegnativa da leggere richiede un impegno di promozione attenta, pensata, tenace, che si sbilancia nella consapevolezza che “qualcuna lo ha detto per me prima di me”. Con questa idea è nata la Libreria delle donne, e trentasette anni dopo siamo inondate di pubblicazioni ed è paradossalmente più difficile trovare queste “alcune”: perciò occorre proporle con tutto l’impegno necessario oggi che anche la politica editoriale è cambiata nelle sue scelte e che si fanno avanti altre forme di pubblicazione.

Tra le donne (e non soltanto) c’è ansia di pubblicare, in rete e sulla carta stampata, per bisogno di esistenza e va bene. E oggi è diventato facile e relativamente economico il libro fai da te. Ma sia quando si legge sia quando si scrive il problema della qualità non va ignorato, che vuol dire che c’è anche un problema di selezione: gli editori pubblicano quello che vende di più e questo alla lunga può risultare perdente per tutti; le donne temono la selezione, non senza buoni motivi, ma capita spesso che la qualità sia trascurata quando si privilegia l’espressione di sé, infatti ci vuole uno sguardo esterno, una misura relazionale con il mondo, oltre che una cura editoriale. Perciò io sostengo che vada percorsa la strada dell’impegno a pungolare le case editrici, i distributori e le librerie perché pubblichino e promuovano quello che riteniamo importante, e pubblicare in proprio solo in casi eccezionali. E ritengo che questa strada sia necessaria se non vogliamo perdere l’opportunità di godimento e di conoscenza offerta dai libri proprio adesso che sono alla portata di tutte e tutti.

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