24 Aprile 2022
Dagospia

A via Solferino è vietato manifestare la propria opinione


La giornalista del “Corriere della sera” Monica Ricci Sargentini è stata sospesa per tre giorni (lavoro e stipendio). Il motivo? Aveva approvato un’iniziativa di protesta contro il giornale, in difesa della legge Merlin – tutto nasce da un articolo di Roberto Saviano sulla regolarizzazione del “sex work”, pubblicato il 25 marzo su “Sette” (inserto diretto da una donna, Barbara Stefanelli). L’opinione dello “sgomorrato” viene contestata da alcune associazioni femministe e la giornalista ne dà notizia a una conoscente. A quel punto…

La giornalista del Corriere della Sera Monica Ricci Sargentini è stata sospesa per tre giorni – lavoro e stipendio – dalla direzione e dall’azienda per avere approvato un’iniziativa di protesta contro il giornale, in difesa della legge Merlin che regola la prostituzione.

L’allegato Sette del Corriere – diretto peraltro da una donna, Barbara Stefanelli – aveva pubblicato un’opinione di Roberto Saviano in favore del riconoscimento e della regolamentazione del “sex work”. L’opinione era stata contestata da alcune associazioni femministe con un mail-bombing a cui hanno partecipato centinaia di donne.

Qui il testo delle mail inviate a Barbara Stefanelli e Luciano Fontana:

«Mi chiedo come un giornale di tale diffusione e importanza in Italia possa difendere un’informazione tanto parziale, superficiale e dannosa. Da dove arriva tanta misoginia al Corriere della Sera e a chi lo dirige?

L’articolo di Saviano che avete ospitato nelle vostre pagine è scandaloso per contenuto e per superficialità e ritengo la testata responsabile di diffondere cultura da carta straccia, solo per conformismo ammantato di radicalità rivoluzionaria. Come si può paragonare la legalizzazione della marijuana alla legalizzazione della prostituzione. Ma sì, certo, siamo carta igienica noi donne in fondo.

Scrive Saviano: “[…] perché criminalizzare un fenomeno non lo elimina, regolamentarlo, invece, tutela chi vi è coinvolto”.

Ma Saviano, non sa che la prostituzione è quasi solo tratta e la regolarizzazione è una manna per papponi e mafiosi? Non conosce il modello abolizionista, già in vigore in molti Paesi civili? Non sa che quello che lui chiamare “lavoro” è inaccettabile tragedia (per le donne coinvolte ovvio)? Perché riconosce agli uomini il diritto di stuprare a pagamento? Perché non studia e non riflette sull’umanità disgraziata che non è solo quella di Gomorra prima di parlare? Da dove gli/vi viene tanta misoginia?».

Ricci Sargentini non partecipa direttamente all’iniziativa di protesta, ma condividendone i contenuti ne dà privatamente notizia a una conoscente.

Venuta casualmente a saperlo, la direzione dell’azienda su sollecitazione del direttore Fontana invia alla giornalista una formale lettera di richiamo, contestandole l’intento di avere voluto danneggiare l’immagine del giornale nonché di aver inteso creare problemi al sistema informatico, intasato dalle mail di protesta.

Ricci Sargentini si rivolge a un legale che replica al richiamo, iniziativa in seguito alla quale le viene comminata la sospensione di 3 giorni.

Dunque il primo giornale italiano contesta a una propria giornalista il diritto di manifestare la propria opinione, peraltro in difesa di una legge dello Stato – la l. 75/1958, nota come legge Merlin, la cui costituzionalità è stata recentemente ribadita dall’Alta Corte – ritenendola responsabile della legittima, spontanea e partecipatissima iniziativa di centinaia di donne e femministe.

Un fatto senza precedenti.


(Dagospia, 24 aprile 2022)

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