7 Luglio 2021
feministpost.it

Comunicato della rete femminista contro il ddl Zan

di Rete femminista contro il ddl Zan


La partita del ddl Zan è troppo importante perché venga lasciata ai tatticismi elettoralistici e ai personalismi degli uomini che fanno la politica.

In questione, con l’introduzione dell’identità di genere, è un modello di civiltà in cui la sessuazione umana viene ridotta all’insignificanza, questione che riguarda tutte e tutti.

Abbiamo indicato la possibilità di tornare al ddl Scalfarotto perché quel testo, nato nel centrosinistra, garantisce la necessaria tutela delle persone omosessuali e transessuali senza avventurarsi nel territorio minato dell’identità di genere.

Il ddl Zan, facendo dell’identità di genere il suo baricentro, intende invece riformare surrettiziamente e di fatto la legge 164/82 – e successive sentenze –, legge che regola il percorso per la transessualità.

Si tratta di due partite assolutamente diverse.

La tutela delle persone omosessuali e transessuali esprime senza alcun dubbio la volontà della maggioranza delle cittadine e dei cittadini.

Maggioranza che certamente non si registra per l’identità di genere, primo passo in direzione dell’autocertificazione ovvero della possibilità di decidere liberamente il proprio sesso a prescindere da quello di nascita, con un semplice atto amministrativo, senza perizie o sentenze. La battaglia per l’autocertificazione ha corso in tutto il mondo occidentale. 

La stragrande maggioranza dei britannici – 94 per cento, secondo un sondaggio di The Times – ha detto no. Non c’è motivo di ritenere che in Italia le cose vadano diversamente.

Su questo tema sensibilissimo, che nulla ha a che vedere con i diritti delle persone omosessuali e transessuali, è necessaria la più ampia e approfondita discussione pubblica.

Ci appelliamo quindi alla coscienza delle senatrici e dei senatori perché considerino la vera portata delle questioni e non rappresentino con il loro voto, per meri ordini di scuderia, un Paese ben lontano dal Paese reale.

Ribadiamo le nostre richieste, le stesse da sempre:

• no all’identità di genere

• no al termine “sesso” inteso, secondo le dichiarazioni dei proponenti, come allargamento della legge alla lotta contro la misoginia e la misandria

• fuori la propaganda transattivista dalle scuole


Rete Femminista contro il ddl Zan

NoncicancelleRete


(feministpost.it, 7 luglio 2021)

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