20 Agosto 2020

Comunicato stampa della Biblioteca delle donne e Centro di consulenza legale Udipalermo


Si stenta a credere che nel 2020 in un momento storico denso di gravi e complessi problemi, in cui c’è grande preoccupazione per la ripresa dei contagi da covid 19, dei consiglieri comunali, invece di dedicarsi al bene comune, impieghino il loro tempo a istituire registri dei bambini mai nati e a individuare per loro uno spazio cimiteriale. È avvenuto a Marsala, ridente cittadina sul mar Tirreno, ed è una notizia che ne offende l’antica civiltà che ha nell’isolotto di Mozia, città fenicia, il suo esemplare più famoso, e anche la storia: chi non ricorda lo sbarco della spedizione dei Mille? È per noi doppiamente avvilente apprendere che la propugnatrice è una consigliera comunale donna, del Movimento per la vita, ed è impossibile trovarne una motivazione sensata, tenuto conto che ci sarebbe davvero molto da fare per la difesa della vita innanzitutto dei bambini già nati. Pensiamo alle migliaia di immigrati e immigrate, tra cui molti/e bambini/e, morti/e drammaticamente vicino alle coste siciliane e ai/alle minorenni migranti che scompaiono ogni anno e che non si sa che fine fanno. E, invece no, il problema sono “i bambini mai nati”! In realtà è una ipocrita e triste operazione di facciata con cui si cerca un po’ di pubblicità e di facile consenso. Il risultato certo che si ottiene è quello di colpevolizzare e stigmatizzare le donne che non possono portare a termine una gravidanza, nella maggior parte dei casi per situazioni di difficoltà oggettive che sarebbe compito di un buon governo e di una efficiente amministrazione rimuovere. Tutto il contrario, quindi, di quanto consiglia monsignor Vincenzo Paglia, direttore della Pontificia accademia per la vita: “Compito della Chiesa è certo predicare la dottrina ma anche praticare l’amore, la vicinanza, l’aiuto, la misericordia, perché una decisione abortiva è sempre un dramma. E – ripeto – si condanna il peccato, non il peccatore. Dobbiamo comunque accompagnare coloro che vivono situazioni drammatiche perché sperimentino una prossimità calda e fattiva… Invito i politici, gli amministratori, i miei confratelli vescovi, i sacerdoti, a unirci per una grande battaglia di civiltà: creare le condizioni affinché scompaia presto questa piaga e ci sia una società capace di accogliere e far crescere tutti, dai bambini agli anziani.”  In Sicilia, ancora più delle altre regioni, sono del tutto carenti i consultori che pure la legge 194 “Sulla tutela sociale della maternità e interruzione volontaria della gravidanza” del 1978 prevedeva proprio come prevenzione all’aborto. Sono pochissimi gli asili nido pubblici con una ridicola percentuale di frequenza del 9%. Per non parlare del lavoro, bassissima, intorno al 29%, la percentuale di occupazione femminile e potremmo continuare a lungo ad elencare tutto ciò che manca per fare della maternità una scelta davvero libera. Questo è anche il motivo principale del calo demografico che si registra nel paese e di cui a parole sembrano tutti preoccuparsi.  Insomma l’Italia continua a non essere un paese per donne e tanto meno per bambini. Purtroppo non diciamo nulla di nuovo. È sconfortante essere costrette a ripetere sempre le stesse cose e, ancora di più, se in risposta all’iniziativa di una donna con un ruolo istituzionale che dovrebbe già esserne abbondantemente informata e, invece di sprecare tempo in sterili iniziative funeree, darsi da fare per trovare soluzioni adeguate e civili.


(Facebook, 20 agosto 2020)

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