28 Aprile 2023
TrueNews.it

Gpa: non puoi usare il corpo di un’altra

di Elisa Belotti


GPA, la lettera a Elly Schlein riaccende il dibattito. Le firmatarie sono attiviste del movimento femminista disseminato su tutto il territorio e comprendente realtà diversificate, dall’Udi ad Arcilesbica, dalla Libreria delle donne di Milano alla Casa delle donne di Pesaro e persino alcuni centri antiviolenzaChiedono a Elly Schlein un incontro per discutere della GPA – la gestazione per altri – e delle misure per contrastarla. True-News.it aveva raccontato il mercato che ruota attorno alla GPA in un pov d’inchiesta. Ma quali sono le motivazioni per cui alcune femministe si schierano contro la gestazione per altri? L’abbiamo chiesto a Silvia Baratella della Libreria delle donne di Milano, firmataria della lettera a Elly Schlein.

La lettera aperta in questione è chiaramente contraria alla GPA. In che modo è una strumentalizzazione del corpo femminile?

Non puoi usare le funzioni fisiologiche di un’altra per realizzare le tue aspirazioni, per quanto legittime. Capisco che dispiaccia non poter avere figli, ma cliniche e mediatori su questo speculano: sfruttano le funzioni e il materiale genetico delle donne, e mercificano bambine e bambini.

Ci sono strategie affinché la GPA possa non essere una via di sfruttamento ma di empowering femminile?

No, non c’è strategia che tenga. Firmando il contratto di GPA la futura madre rinuncia non solo al legame con la creatura che metterà al mondo, ma alle libertà di una cittadina: di movimento, di sottrarsi a pratiche mediche non volute, d’espressione (non può rilasciare dichiarazioni pubbliche non autorizzate), sessuale (i rapporti sono vietati); non può contattare i committenti, ma dev’essere sempre disponibile per loro. E senza queste imposizioni il “rischio d’impresa” è troppo alto, non esiste alternativa. L’autodeterminazione non può ridursi a firmare di rinunciarvi in nome delle leggi di mercato. Così non solo lei perde “power” anziché acquisirlo, ma avallare questi contratti vuol dire che la libertà di ogni donna non è inviolabile, ma facoltativa.

Se si esclude la gestazione per altri per le motivazioni espresse nella lettera, quali richieste fare alla politica per tutelare tutte le famiglie e quindi anche quelle omogenitoriali?

La politica può fare molto riformando subito l’adozione per aprirla a singoli e a coppie non tradizionali, come quelle lesbiche e gay. Ma lesbiche e gay non sono uguali: i figli li fanno le donne. Gli uomini avevano inventato il patriarcato proprio per aggirare questo fatto: secoli di misoginia, patria potestà, cognome paterno, interdizione giuridica delle donne e censura della loro sessualità, tutto per espropriare la maternità. Nella GPA ricompaiono le stesse pretese, ma il patriarcato è finito con il femminismo, non li lasceremo ricominciare. Mille soluzioni sono possibili se invece della coppia riproduttiva si mette al centro la relazione tra madre e creatura, riconoscendo il legame di quest’ultima con le persone con cui la madre sceglie di crescerla: padre genetico, donna amata, amici gay… Ma la madre non si può aggirare. Gli uomini, eterosessuali e gay, devono prenderne atto. La politica anche.


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(TrueNews.it, 28 aprile 2023, con il titolo GPA, la lettera a Elly Schlein riaccende il dibattito: “I bambini non sono merce”)

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