di Federica Ginesu
Emma Ihrer è in piedi, la mano destra chiusa a pugno sul cuore. Sta parlando ad altre donne di diritti, di libertà, di lavoro. È l’ultima donna, in ordine di tempo, a cui Google ha dedicato uno dei suoi doodle qualche giorno fa, il 3 gennaio, per ricordare il 161° anniversario della sua nascita. Ritratta dall’artista Isabel Seliger mentre tiene un comizio e arringa le compagne alla lotta, Ihrer, sindacalista tedesca di origine polacca, attivista femminista è la prima donna del 2018 a essere celebrata dall’azienda tech statunitense che le ha reso omaggio attraverso la modifica del proprio logo.
Inventato quasi per gioco nel 1998 da Larry Page e Sergej Brin, fondatori del colosso dei motori dei ricerca, il doodle commemora eventi culturali, fatti epocali, vite straordinarie. Le cinque lettere che compongono la parola Google diventano sfondo per illustrare e ricordare qualcosa di molto importante. Sempre più donne vengono omaggiate con il doodle che compare per tutto il giorno della celebrazione ed è visualizzabile ogni qualvolta si apre l’homepage del motore di ricerca. Su 136 modifiche al proprio logo che Google ha compiuto nel 2017, 80 sono state dedicate a delle figure femminili che hanno lasciato il segno.
L’ultima italiana omaggiata, il 10 dicembre 2017, è stata Grazia Deledda, vincitrice del premio Nobel per la Letteratura e Google ha proprio scelto il giorno dell’anniversario del massimo riconoscimento conferito alla scrittrice sarda dall’Accademia Svedese per festeggiarla. Un giusto e doveroso tributo a una donna che scrisse in prima persona il proprio destino. Partita dal microcosmo di Nuoro, città della Sardegna che le aveva dato i natali, inseguì il suo sogno vincendo ostacoli e resistenze. Una “self made woman” precorritrice che puntò tutto su se stessa.
Deledda non è l’unica donna forte e indomita che Google ha celebrato. Scorrendo l’archivio dei doodle ci si imbatte in tante altre donne pioniere, quelle che in tutto il mondo hanno tracciato strade e percorsi per le altre. Bessie Coleman la prima afroamericana a diventare aviatrice, Elvia Carrillo che in Messico si batté per il suffragio femminile, Veronika Dusarova prima donna in Russia a dirigere un’orchestra sinfonica; Cornelia Sorabji prima avvocata dell’India e prima donna a studiare a Oxford; l’australiana Henrietta Augusta Dudgale che spronò le donne del suo paese a chiedere pubblicamente l’uguaglianza; la giornalista Claire Holligworth autrice di uno dei più clamorosi scoop della storia: lo scoppio della seconda guerra mondiale. Insieme a loro ci sono fotografe, filosofe, scienziate, mediche, artiste, sportive, femministe di ogni latitudine, paese e continente.
Una costellazione femminile da riscoprire e scoprire. Da cui trarre potere e insegnamenti preziosi. Donne esempio di audacia, perseveranza e rivoluzione. Donne che non hanno avuto paura di osare, di chiedere, di lottare. Donne che hanno combattuto per le altre contribuendo a cambiare il mondo e il suo corso. Donne che devono far parte della memoria collettiva e dei nostri paesaggi interiori perché sono maestre di consapevolezza e libertà, asfaltatrici di ostacoli, stelle polari. Se il più delle volte questi personaggi hanno il doodle dedicato visualizzabile solamente nel Paese di origine, per l’8 marzo scorso, giorno dedicato alla festa della donna, Google ha pensato a un doodle globale. In tutto il mondo ha ricordato 13 donne dalla pittrice Frida Kahlo alla cantante sudafricana e attivista Miriam Makeba.
Strategia di marketing o reale intenzione di promuovere le biografie femminili, la scelta di Google di raddoppiare il numero di doodle dedicati alle donne – erano stati solo 44 nel 2016 – è uno dei risultati del fermento su scala globale portato avanti dal movimento femminista, da tantissime attiviste che studiano e ricercano il passato e la storia per liberare dall’oblio le vite di donne che hanno ancora tanto da insegnare. Non è un caso che uno dei libri più venduti del 2017 sia proprio “Storie della Buonanotte per bambine ribelli” di Elena Favilli e Francesca Cavallo, racconti che hanno come protagoniste donne coraggiose e resilienti che hanno pensato differente rompendo luoghi comuni e stereotipi. E chissà se proprio a queste figure femminili così forti si siano ispirate anche le stesse lavoratrici di Google che hanno mosso causa all’azienda accusandola di comportamenti discriminatori. Una cosa è però certa: quest’anno ci aspettiamo il doodle per ricordare non solo i compleanni di Etta James o Emily Brontë, ma anche i novant’anni dalla conquista del diritto di voto da parte dalle suffragette inglesi e perché no, pure una celebrazione del ’68, gli albori del movimento femminista italiano.
(www.alleyoop.ilsole24ore.com 9 gennaio 2018)