26 Marzo 2022

Il diritto di non uccidere

di Massimo Lizzi


Il diritto di non uccidere. Questo, tra tutti i diritti discussi sulla guerra e la resistenza, è il valore più importante. Il diritto di non combattere. Un diritto brutalmente negato alle donne trans, che cercano di mettersi in salvo oltre il confine ucraino. Perquisite nei modi più umilianti, per accertare il loro sesso anatomico, ricacciate indietro perché «uomini con il dovere di combattere per difendere la patria». Ma stavolta non è solo questione di sesso, di genere. Anche gli uomini hanno il diritto di essere non violenti. Un diritto negato ai mariti, ai padri, che cercano la salvezza insieme con le loro mogli, i loro figli. Che prima della patria mettono i legami e i doveri familiari, prima della morte eroica, l’amore per la vita. Delle donne trans racconta un reportage del Guardian, dei papà ucraini un articolo dell’Avvenire.Ma gli editoriali dei nostri giornali più autorevoli ribadiscono il diritto dell’aggredito di difendersi, di resistere all’aggressore. Ineccepibile sul piano normativo e forse anche sul piano morale. Dico forse, perché l’evoluzione che ci porta a dare un valore più grande alla vita umana, oltre a mettere in questione la legge del più forte, qualcosa dice anche al diritto di resistere. Specie nel momento in cui, nonostante la retorica del popolo unito, tutt’uno con il suo stato, la resistenza è di un esercito regolare e di milizie paramilitari. Che, per forza, espongono tutto il popolo alla violenza distruttiva dell’invasore. Il diritto non chiude il discorso su ciò che è più opportuno, saggio, umano. Un generale ucraino si è offerto come ostaggio ai russi, per far evacuare i bambini da Mariupol. Un gesto sopra il diritto del resistente.A favore del sostegno armato alla resistenza ci sono discorsi pericolosamente insensati ed altri politicamente più fondati. I primi dicono che Putin capisce solo il linguaggio della forza. Ma questa idea è speculare al pensiero di Putin, che tra l’altro possiede, lui davvero, potenti armi di distruzione di massa. Inoltre, nessun linguaggio è efficace, se ambiguo o confuso nel messaggio. Cosa vogliono ottenere i forzuti: il compromesso accettabile o la sconfitta mortificante del nemico? Più fondato è il discorso che punta a mantenere un minimo di equilibrio nei rapporti di forza militari, per ottenere equilibrio nei rapporti di forza negoziali. Ma questo vale solo se si arriva presto al negoziato. Se la prospettiva, invece, è la guerra per procura, il nuovo Afghanistan, sarà la rovina di tutte le parti in lotta. La Russia verrà trafitta da tanti pungiglioni ucraini, che faranno la fine delle api. Allora, perorare il diritto dell’Ucraina alla resistenza diventa una crudele ipocrisia. Quanto dico sul fronte ucraino, vale lo stesso e di più sul fronte russo. Onore ai fuggiaschi, agli obiettori, agli ammutinati, ai disertori. Perché, sopra ogni Costituzione patriottica, ogni legge marziale, ogni malinteso senso della dignità e dell’orgoglio nazionale, vale il diritto di vivere, il diritto di non uccidere.


(massimolizzi.wordpress.com, 26 marzo 2022)

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