7 Luglio 2023
Riforma

Il ricordo di Toti Rochat

di Graziella Tron


Toti Rochat, nata a Pavia nel 1937 in una famiglia protestante, è stata una attiva e impegnata pensatrice e scrittrice. Punto di riferimento per diverse generazioni di donne e uomini. Ci ha lasciato il 27 giugno 2023.


Quando una persona cara se ne va, siamo soliti dire, giustamente, che ha lasciato un grande vuoto. Forse, per chi ha conosciuto Toti Rochat da vicino, è più giusto dire che la notizia della sua malattia, del suo ricovero e della sua morte ha lasciato un grande dolore. Vuoto e dolore non sono sinonimi. Accanto al dolore di chi la piange, si sente nascere spontaneo anche il sentimento della riconoscenza, in tutti i suoi significati. Riconoscenza per averla avuta accanto per tanti anni, in tante diverse occasioni, e gratitudine per essere state sempre da lei “riconosciute e riconosciuti”. Non un vuoto, dunque, ma una grande pienezza. Quando, nei primi anni ’90, Toti Rochat è tornata a vivere sul territorio della Val Pellice, ha saputo avvicinare, armonizzare e mettere in relazione, in forme differenti, molteplici realtà legate alla ricerca e alle pratiche del movimento delle donne. Ha arricchito il suo lavoro di guida presso “il barba”, l’ufficio di promozione di itinerari valdesi del Centro culturale (Ccv), trasformandolo in feconde occasioni di incontro fra realtà diverse, delle quali non ha mai smesso di occuparsi.

Non si possono non ricordare, accanto al suo, anche i nomi di Donatella Sommani e di Francesca Spano. Donatella, che dal 1996 aveva accettato di dirigere il Centro, al termine della direzione del pastore Giorgio Tourn; Francesca, fino al 2007 insegnante presso l’Istituto Buniva a Pinerolo e membro del Comitato direttivo del Ccv. Fu insieme a Donatella, e con l’apporto di altre sei disposte a impegnarsi in ricerche d’archivio, che si procedette, sotto la guida di Toti, alla ristrutturazione del Museo della donna del Serre, in val d’Angrogna, già allestito fin dal 1990 su iniziativa della locale Unione femminile. Ne sono scaturite, avvalendosi anche di lettere, fotografie, diari, alcune biografie di donne vissute in quell’area geografica. Accomunate alle donne valdesi dalla familiarità con il testo biblico, anche le storiche, le teologhe e predicatrici del primo femminismo statunitense e le valdesi del Medioevo e della Riforma.

Grazie alla collaborazione con Francesca e ai fecondi legami da lei stabiliti con la città e la sua vita pubblica, politica e culturale, nasce alla metà degli anni ’90 a Pinerolo il “Gruppo donne per la ricerca teologica”, formato da cattoliche, protestanti, delle comunità cristiane di base, oppure senza alcuna relazione con le chiese. Un luogo di incontro nel quale “pensare in presenza”, sul “pensiero della differenza” e sul percorso di fede, partendo da sé e dalla propria esperienza.

Tutto questo è stato riassunto da Toti Rochat stessa nella postfazione al libro del quale era coautrice: La Parola e le pratiche. Donne protestanti e femminismi (Claudiana, 2007), uscito quando Francesca, che a quel progetto teneva moltissimo, era già stata portata via da un male devastante. Uno degli ambienti, il luogo magico per eccellenza, in cui prima o poi le donne di questi diversi gruppi si sono ritrovate negli anni, nella gioia dello stare insieme di fronte alle montagne è stata la casa di Toti de “la Ramà”, nella borgata Martel di Angrogna, appartenente alla famiglia Bonnet.


(Riforma, n. 27, 7 luglio 2023)


Segnaliamo il Video della regista Lidia Meriggi, girato per conto delle donne della Comunità cristiana di base di Pinerolo: Toti Rochat. La saggezza del cuore. https://youtu.be/hK4zqcYTvTQ


Nota di Doranna Lupi:


Toti nel suo racconto parla molto del gruppo donne di Pinerolo. Il nostro gruppo si definiva Gruppo donne per la ricerca teologica. Nato alla fine degli anni ’80, ne hanno fanno parte donne valdesi, cattoliche, delle comunità cristiane di base e non credenti. Il gruppo ha mantenuto fin dall’inizio fedeltà al desiderio di incontrarsi per pensare in relazione. Luogo di produzione di pensieri e di relazioni, pertanto luogo politico, ha cambiato profondamente l’atteggiamento di ognuna di noi, il modo di vivere, di rapportarsi al sociale, di stare nelle relazioni. Una ricchezza esportata, oltre che nel privato, nei contesti dove ognuna lavora e opera. Abbiamo lentamente ruminato-rimuginato su alcune pratiche elaborate dal pensiero della differenza come il partire da sé, l’affidamento, il riconoscimento di autorità, la riconoscenza, la restituzione. Alla luce di queste pratiche abbiamo tentato di elaborare in forma teologica i nostri vissuti di fede: le immagini di Dio, il Dio delle donne, la preghiera, la nostra lettura biblica

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