12 Dicembre 2022
UnHerd.com

JK Rowling fa un’altra magia

di Julie Bindel


Il lancio di un centro antiviolenza per le donne è sempre una buona notizia ma, se nasce da un’idea di J.K. Rowling, ha sempre qualcosa di nuovo. Soprattutto perché la filantropa femminista e scrittrice di fama mondiale ha adottato misure preventive intelligenti per superare in astuzia i suoi detrattori.

JK Rowling ha finanziato e progettato un nuovo centro antiviolenza per sole donne, Beira’s Place, che apre oggi. «Ho fondato Beira’s Place per fornire ciò che ritengo sia un bisogno attualmente non soddisfatto delle donne nella zona di Edimburgo» ha dichiarato la scrittrice. «Come sopravvissuta a una violenza sessuale, so quanto sia importante poter scegliere un’assistenza riservata alle donne e offerta da altre donne quando si è così vulnerabili. Il Beira’s Place incrementerà la presenza di servizi in zona e, spero, consentirà a un maggior numero di donne di elaborare il proprio trauma e di risollevarsi».

Situato nel cuore di Edimburgo, è un servizio per le donne che hanno subito violenza maschile. Prende il nome dalla dea scozzese dell’inverno, come ha spiegato Rowling: «Beira governa la parte buia dell’anno e passa il testimone a sua sorella, Bride, quando torna l’estate. Beira rappresenta la saggezza, il potere e la rigenerazione femminile. La sua è una forza che resiste nei momenti difficili, ma il suo mito contiene la promessa che non dureranno per sempre».

Ci è voluto un anno di duro lavoro da parte della Rowling e del suo staff per farlo decollare, e sono felice di essere stata invitata all’inaugurazione top secret sabato insieme alla crème de la crème delle femministe scozzesi e a molti altri sostenitori. Oggi è la prima volta che la gente sentirà parlare di Beira’s Place, a parte chi è stata coinvolta nel progetto.

Il consiglio di amministrazione, di cui fa parte anche Rowling, è composto da esperte da lungo tempo impegnate contro la violenza maschile sulle donne e le ragazze. Tra loro, l’attivista per i diritti LGB Rhona Hotchkiss, l’ex-leader laburista scozzese Johann Lamont, la medica Margaret McCartney e Susan Smith, direttrice del gruppo femminista For Women Scotland. L’amministratrice delegata è Isabelle Kerr, veterana del movimento Rape Crisis.

Il Beira’s Place è rigorosamente riservato alle donne, come definite nella sezione 212 dell’Equality Act che stabilisce che una donna è una «persona di sesso femminile di qualsiasi età». Ogni donna di almeno 16 anni residente nel Lothian (la regione di Edimburg) che avesse subito violenze sessuali o abusi in qualche momento della vita ora ha a disposizione un servizio gratuito e confidenziale.

Il servizio è finanziato esclusivamente da JK Rowling e non è stato strutturato come ente di beneficenza (charity), il che impedisce ai transattivisti di presentare istanza alla Charities Commission per farlo chiudere.

Rowling sa perché le donne hanno bisogno di servizi con personale esclusivamente femminile dopo stupri e aggressioni sessuali. Come ha scritto sul suo blog nel giugno 2020: «Mi rifiuto di cedere a un movimento che col tentativo di erodere la categoria politica e biologica di “donna” credo stia causando un danno evidente e offrendo una copertura inedita a maltrattanti e aggressori sessuali».

È scioccante che fino all’apertura di Beira’s Place a Edimburgo non fosse rimasto un solo rifugio antiviolenza per sole donne.

Il centro antiviolenza Edinburgh’s Rape Crisis Centre (ERCC) accoglie sia uomini che «si identificano come donne», sia donne. Nel maggio 2021, la transessuale Mridul Wadhwa ne è stata nominata amministratrice delegata, nonostante il posto fosse ufficialmente riservato a una donna. Tre mesi dopo la nomina, in un’intervista Wadhwa aveva definito “bigotte” le donne vittime di stupro che non volevano avere a che fare con gli uomini nel servizio di assistenza. Si è permessa perfino di suggerire che dovessero «rivedere il proprio trauma».

Le “bigotte” di cui parla Wadhwa sono donne che vogliono consulenze per sole donne e spazi per sole donne nei centri antiviolenza, perché non si sentono sicure con gli uomini e anzi sono traumatizzate dalla loro terribile esperienza.

Ma le donne reagiscono. Una vittima di violenza maschile ha fatto causa a Survivors Network, il centro di crisi antistupro di Brighton, dove le avevano dato della transfobica per aver richiesto di accedere a un gruppo di auto-mutuo-aiuto di sole donne. A Sarah Summers (nome di fantasia), sopravvissuta ad abusi sessuali infantili e a stupri da adulta, è stata negata la terapia con sole donne. In compenso, tanto ERRC che il centro di Brighton accolgono come utenti le donne trans in qualsiasi fase della transizione.

«Per gran parte della mia vita ho visto violare dagli uomini i miei confini. Sono stata manipolata, forzata e costretta a fare sesso con uomini», dice Summers. «È impossibile per donne come me riprendersi dal trauma della violenza sessuale maschile in uno stesso spazio con uomini, anche se questi si identificano come donne.

I gruppi di mutuo-aiuto tra donne sono l’unico spazio in cui le donne dovrebbero potersi sentire al sicuro. Costringerci a negare la realtà conferma che ciò che proviamo non conta e i confini del nostro essere sono considerati irrilevanti».

La gran maggioranza delle donne la pensa come Summers. Il gruppo femminista di base Women and Girls in Scotland ha pubblicato l’anno scorso un rapporto basato su una ricerca che ha rilevato che secondo l’80,1% delle donne intervistate, le donne vittime di violenza maschile dovrebbero poter accedere a centri antiviolenza e case rifugio per sole donne, mentre il 71% non si sentirebbe a suo agio se in questo servizio fossero presenti maschi trans-identificati.

Al giugno scorso è stato registrato un enorme aumento di stupri e aggressioni sessuali contro le donne in Scozia. I dati della polizia mostrano che tra il 2018/19 e il 2021/22 i casi di stupro contro le donne sono aumentati del 25%.

Cosa succede a Edimburgo da quando è arrivata l’ondata trans? Era un epicentro del femminismo radicale. Ero al lancio di Tolleranza Zero a Edimburgo nel 1992. Si trattava di una campagna allora innovativa che utilizzava immagini di donne forti su manifesti e cartelloni pubblicitari in giro per la città, affermando che nessun livello di violenza degli uomini nei confronti di donne e ragazze dovrebbe essere tollerato. Al suo trentesimo anniversario il mese scorso, la prima ministra scozzese Nicola Sturgeon, che sta attualmente promuovendo una legislazione per consentire agli uomini di essere collocati nelle carceri femminili, nei reparti ospedalieri e nei rifugi, è stata l’oratrice principale. Prima dell’evento, ai partecipanti è stato chiesto di non menzionare la propria identità o di mettere in discussione la definizione di “donna”. Tutti i partecipanti tranne una hanno obbedito, lasciando una donna coraggiosa e arrabbiata a rimproverare Sturgeon per «[aver dato alle scozzesi] delle bigotte per aver difeso i diritti delle donne», mentre gli altri sedevano lì con aria imbarazzata.

Ma Sturgeon non ascolterà nessuno, neppure Reem Alsalem, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze. Alsalem ha detto a Sturgeon che le riforme presentavano «potenziali rischi per la sicurezza delle donne in tutta la loro diversità» e che «l’evidenza empirica» ​​suggeriva che gli uomini abusanti potrebbero cercare di approfittare della legge.

Le donne transessuali di Edimburgo sono molto soddisfatte dei servizi antiviolenza, ma le donne nate donne no. Innumerevoli donne scozzesi hanno espresso a Sturgeon le loro paure sull’autoidentificazione di genere; la stessa Rowling l’ha definita sarcasticamente la prima femminista per aver imposto alle donne e alle ragazze scozzesi una legislazione così pericolosa per loro. Ma Rowling non si limita a parlare, dove mette bocca mette anche i soldi. Come ha detto a Suzanne Moore: «È importante che si facciano avanti le donne come noi, quelle che hanno le spalle larghe…».

Se cinque anni fa mi avessero detto che aprire un centro antiviolenza per sole donne avrebbe inesorabilmente sollevato controversie, mi sarei messa a ridere. E invece ora siamo a questo punto. Le sopravvissute ad abusi sessuali, come Sarah Summers, e tutte le altre donne che sono rimaste lontane dai servizi antiviolenza a causa della presenza delle donne trans, meritano di meglio.

Ho parlato con molte donne che si sono accorte immediatamente di avere a che fare con un maschio nei centri antiviolenza, per quanto gli interessati credessero di passare per donne. Le utenti dei centri che sono donne di nascita sono state traumatizzate, e sono stati uomini i responsabili di quel trauma.

L’inaugurazione di Beira’s Place è stata entusiasmante. Non si è parlato di transattivismo, ci sono stati solo elogi per la fantastica squadra che anima l’iniziativa. Non si è parlato dell’inferno che le operatrici dei centri antiviolenza e delle case-rifugio hanno dovuto affrontare per tentare di salvaguardare la destinazione esclusiva di quei servizi alle donne, c’è stato solo entusiasmo per l’avvio di questa nuova avventura. Beira’s Place sarà un’oasi e, si spera, segnerà l’inizio di una nuova rivoluzione femminista. Ancora una volta, la Rowling ha fatto una magia.


(UnHerd.com, traduzione nostra, 12 dicembre 2022, https://unherd.com/2022/12/jk-rowling-works-her-magic-again/)

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