19 Agosto 2019
Change.org

La politica senza le donne non è più possibile: lettera al Presidente Mattarella

di Marina Terragni


Pubblichiamo questa lettera che è una riflessione sul rapporto tra politica delle donne e politica attuale, raramente considerato. Il tempo di firmarla è superato, ma secondo noi è importante conoscerla, pensarci e, in caso, esprimere il proprio pensiero.


Caro Presidente Mattarella,

in questi giorni che anche per lei dovrebbero essere riservati al riposo le tocca il compito di guidare il Paese in un passaggio difficile: ci consenta di esprimerle la nostra vicinanza e la nostra fiducia.

Noi cittadine italiane siamo e restiamo, come da tradizione, a dire poco deuteragoniste nella vita politica italiana, soprattutto nei momenti di crisi come questo, salvo poi essere chiamate a sostenere per prime – vero welfare vivente – i costi di ogni scelta maschile, giusta o sbagliata.

Soltanto rinunciando alla nostra differenza, alle nostre priorità, alle nostre agende, al nostro linguaggio, alla nostra competenza riguardo ai bisogni umani fondamentali che accompagniamo da sempre e da vicino, dalla nascita alla morte; solo adottando i modi e la lingua degli uomini ci è consentito – comunque occasionalmente e quasi sempre dalle ultime file – prendere parola e contare nell’agone politico.

Il prometeismo e la dismisura maschili sono il problema del mondo: dalla crisi ambientale, alle guerre, alle logiche insaziabili del profitto.

Il denaro è ormai l’unica misura – mai ha contato tanto in tutta la storia umana – e ha sbaragliato ogni altro valore. La “necroeconomia” globale moltiplica fame e povertà.

Il business della carne umana – dalla tratta alle nuove schiavitù – si avvia a contrastare il triste primato dei mercati di armi e droga, motori economici universali.

Se si conviene sul fatto che la marginalizzazione civile e politica delle donne è all’origine di grande parte dei problemi che ci troviamo ad affrontare, si dovrà ammettere che difficilmente le soluzioni saranno efficaci e radicali se non rimetteranno al centro le donne e ciò che conta per loro: relazione, cura, gratuità, misura, giustizia. Valori che trovano rappresentazione nella coppia simbolica della madre con la bambina o il bambino, un “due” che è matrice universale di civiltà.

Si può pensare che questa meravigliosa e necessaria rivoluzione possa realizzarsi fintanto che si continuerà a vagheggiare di uomini soli al comando – di qualsivoglia parte politica – o in ogni caso a non interpellare le donne e il loro comune sentire?

Caro Presidente, certe che in questa difficile circostanza saprà garantire al meglio il rispetto delle procedure democratiche e dei valori costituzionali fondanti, le chiediamo di considerare come un serio vulnus e come ragione di buona parte delle fatiche del Paese la marginalizzazione politica delle donne.

Non per un ennesimo e inutile “pinkwashing”: si tratta al contrario di ascoltare, di confidare, di volere davvero interpellare una sapienza insensatamente silenziata, e di metterla al lavoro per il bene di tutti.

Voglia gradire il nostro più affettuoso saluto.


(www.change.org, 14 agosto 2019)

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