13 Settembre 2020
Rete 1 Dicembre

La vicenda di “Venezia Manifesta”

di Franco Marcomin


La vicenda di “Venezia Manifesta”, un’alleanza trasversale tra candidate di tutte le coalizioni antagoniste alla lista di centrodestra del candidato sindaco uscente, nasce nel contesto delle elezioni amministrative di Venezia.

Racconto brevemente, a partire da me, come si è svolta questa vicenda ancora in corso dell’appello firmato da 180 donne, tra cui qualche uomo, che vogliono cambiare il governo della città. Innanzitutto le cose non capitano per caso: c’è dietro un impegno, un lavoro di pensiero, una pratica di scambio e di relazioni. E non è tutta opera di una sola o di un unico gruppo o movimento. Di fatto, i tempi erano maturi, per cui è accaduto che donne con scommesse e proposte politiche anche molto diverse tra loro si sono unite con il desiderio comune di cambiare il governo della città.

In relazione politica con Maria Teresa Menotto del PD, con la quale mi sono impegnata per anni nella Consulta delle Cittadine (dal 2016 siamo entrambe di “Preziose”), ho partecipato a una riunione con una decina di donne candidate. Prima di quella riunione, arriva via mail il testo-appello di Tiziana Plebani intitolato “Venezia Manifesta. Candidate: perché ci siamo. Appello a partire da una rete amicale” che ottiene immediati consensi da parte delle presenti. Tutte firmano l’appello. Si decide di chiedere adesioni non solo tra le candidate della lista sostenuta dal PD e dalla lista Verdeprogressista, ma anche tra quelle delle liste antagoniste al sindaco in carica. Io avrei tenuto separati il momento elettorale di sostegno al candidato sindaco di centrosinistra e l’obiettivo di un coinvolgimento più ampio di donne, ma poi l’appello è circolato per cambiare l’Amministrazione e contemporaneamente creare in città una rete di donne per rilanciare una discussione politica aperta, puntuale e intelligente che duri nel tempo, anche dopo la scadenza elettorale.

Io sono candidata per il Consiglio Regionale del Veneto con “Europa Verde” e da tempo ragiono sulle forme del governo femminile con alcune donne provenienti dall’associazionismo, dal femminismo radicale della differenza e dall’esperienza politica istituzionale. Il desiderio comune è quello di valorizzare le pratiche di libertà e le forme di autorità femminile dentro e fuori le istituzioni, facendone un precedente di forza e traendone criteri e indicazioni per l’agire politico in città. Sono consapevole della crisi della rappresentanza e della politica istituzionale dei partiti ma, invece di abbandonare il campo, ho scommesso sul cambiamento di questa, se al primo posto si pongono le relazioni e non il potere e se, a prendere le decisioni, ci sono donne capaci di agire e pensare in modo indipendente.

Tra il 2018 e 2019 con le “Preziose” di Mestre e Mirano abbiamo organizzato diversi incontri di riflessione politica con l’intento di arrivare alla stesura di un “Manifesto” di pratiche politiche proposto da Sandra De Perini e rivolto a tutte le donne, ma in particolare a quelle impegnate nella politica istituzionale. A questi incontri hanno partecipato una trentina di donne. L’anno scorso, in occasione delle elezioni Europee, alcune di noi hanno preso la decisione di scrivere una lettera alle candidate e lì ci siamo misurate sull’efficacia di una comunicazione basata sulle pratiche. Dopo le Europee, abbiamo ripreso la riflessione politica sul governo femminile, anche in vista delle elezioni Comunali e Regionali che avrebbero di lì a poco dovuto esserci, ma nei primi mesi del 2020 è arrivata la pandemia e la discussione politica “in presenza” è stata sospesa. Durante illock down ognuna ha continuato a ragionare per conto proprio, confrontandosi con le altre via mail o per telefono, perciò le cose sono comunque andate avanti, dentro di noi innanzitutto.

L’appello non si presenta come un elenco di punti programmatici, ma è l’esplicitazione di una pratica comune di donne per il governo della città. È rivolto principalmente alle donne ma aperto agli uomini perché la politica cambi e la città si apra ad un confronto ampio, non finalizzato unicamente alle elezioni. 


(Rete 1 Dicembre, 13 settembre 2020)

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