12 Maggio 2018

Lettera aperta a Susanna Camusso, Segretaria Generale della CGIL


Cara compagna,

sei informata dell’incontro organizzato dalla CGIL Nazionale nella sede nazionale di Roma il 17 maggio dal titolo «Nuovi diritti: incontro Cgil e Georgina Orellano, attivista della Asociación de mujeres meretrices de Argentina»?

Nella presentazione di tale incontro si afferma una cosa gravissima: la prostituzione è “lavoro sessuale” e come tale va riconosciuto e tutelato. Vengono, inoltre, definite «repressive e contrarie a ogni forma di autodeterminazione e di rispetto per tutte le persone» le istanze abolizioniste, che contrastano la mercificazione del corpo delle donne e chiedono di punire anche i clienti oltre agli sfruttatori.

Da antica iscritta alla Cgil trovo inaccettabile che questa organizzazione avvalli l’idea che la prostituzione sia un lavoro e che gli uomini abbiano libero accesso al corpo delle donne, pagando il loro diritto a stuprarle. È questa l’idea di lavoro che la Cgil ha in mente per le donne?

In questo periodo assistiamo a una vera e propria offensiva della lobby prostituente affinché la Corte Costituzionale dichiari incostituzionali gli articoli della legge Merlin, di cui ricorre il sessantennale, che puniscono il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione. Ne sono esempio le richieste in tal senso degli avvocati di Tarantini a Bari e di Emilio Fede e Nicole Minetti a Milano. Se si decriminalizzassero favoreggiamento e sfruttamento, si aprirebbe agli imprenditori del sesso il mercato italiano e si aumenterebbe lo scempio sul corpo delle donne, come già avviene in Germania o in Nuova Zelanda.

A moltissime donne stanno a cuore il rispetto e la dignità delle prostitute. Questo si ottiene perseguendo gli sfruttatori che lucrano e punendo i clienti che continuano a considerare un loro diritto comprare il corpo di una donna, di sicuro non normalizzando la prostituzione, chiamandola “lavoro sessuale”.

Mi aspetto una tua chiara e decisa presa di posizione.

 

Emanuela Mariotto – Milano

iscritta CGIL

 

(Facebook, 12 maggio 2018)

Print Friendly, PDF & Email