15 Novembre 2017
Libreria Antigone

Mario Mieli, una di noi

di Lorenzo Bernini

Elementi di critica omosessuale di Mario Mieli, già stampato nel 1977 e poi nel 2002, è stato ristampato da Feltrinelli e presentato l8 novembre alla Libreria Antigone di Milano. Sono stati invitati a parlare Lorenzo Bernini, Corrado Levi, Elisa Virgili. Qui uno stralcio del testo di Lorenzo Bernini

[…] Delle tesi di Mieli, a cui comunque non dobbiamo fare sconti, occorre tuttavia saper cogliere l’ironia, la provocazione, l’energia della gioventù. Dobbiamo cogliere in esse la forza dirompente dei movimenti di liberazione gay. La loro rabbia in anni in cui l’omosessualità veniva assimilata alla pedofilia, in cui ancora in Italia non esisteva una legge che consentisse il cambio del genere sui documenti, in cui ancora non erano emersi i movimenti transgender. E in cui, tuttavia, la smania delle minoranze sessuali di assimilarsi alla maggioranza eterosessuale era già presente, forte e chiara.

In questa energia ironica risiede, a mio avviso, l’attualità degli Elementi: è questo che spero alimenti la curiosità delle nuove generazioni di studiosi, studiose e militanti. Questo, e non il carattere iconico del marchio Mario Mieli. Perché dopo decenni passati a chiedere i matrimoni per ottenere le unioni civili, in questo nostro tempo di familismo e perbenismo, della potenza rivoluzionaria di Mieli e dei movimenti di cui faceva parte abbiamo un gran bisogno, come di una boccata d’ossigeno.

Le teorie queer contemporanee chiamano ‘omonormatività’ il desiderio di inclusione delle lesbiche e dei gay nelle società eterosessuali e neoliberali. ‘Omonormatività’ è anche il nome che viene dato al processo attraverso cui nei movimenti lesbici e gay, sulle istanze rivoluzionarie dei movimenti di liberazione sessuale, hanno prevalso le richieste dei soli diritti matrimoniali: rivendicazioni di eguaglianza giuridica, che prescindono dalle questioni della diseguaglianza economica e dell’ingiustizia sociale. ‘Omonormatività’ è infine il nome che viene dato alla leadership che spesso maschi gay cisgender, bianchi, normodotati e benestanti detengono in quei movimenti che dagli anni novanta hanno preso a utilizzare l’acronimo GLBT, poi LGBT, oggi LGBTQIA+… Questi movimenti dovrebbero idealmente rappresentare tutte le soggettività nominate nell’acronimo, ma la leadership dei maschi gay cisgender, bianchi, normodotati, benestanti di cui sopra fa sì che essi trascurino i bisogni delle persone transgender, intersex, queer, asessuali, migranti, razzializzate, povere, disabili – nonché delle donne e delle lesbiche.

Gli Elementi contengono appunto una critica radicale a quella che abbiamo in seguito imparato a chiamare ‘omonormatività’[…]

(www.libreriantigone.com, 15 novembre 2017)

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