19 Settembre 2018
Lettera Donna

#MeToo entra da McDonald’s: scioperi in tutti gli Usa

Segnalati 27 casi di molestie dietro ai banconi dei fast food: le lavoratrici hanno detto basta. Per la prima volta il movimento fa incrociare le braccia a centinaia di dipendenti contemporaneamente.

I dipendenti dei McDonald’s di 10 città americane hanno scioperato accusando il gigante del fast food di non fare abbastanza per prevenire le molestie sessuali nel luogo di lavoro. La protesta, che ha interessato città come Chicago, Los Angeles e Miami, è stata organizzata dopo che 27 donne hanno denunciato la catena (società madre e singoli ristoranti) per non essere riuscita ad attuare le regole della compagnia contro gli abusi. Le donne sostengono di essere state ignorate dopo aver segnalato episodi di palpeggiamento, denudamento e commenti volgari.

Centinaia di cassieri e cuochi, spalleggiati da attivisti dei sindacati, sono usciti protestando dai fast food. Si tratta del primo sciopero su scala nazionale nella storia americana scaturito da problematiche legate a molestie sessuali. Difficile non vedere una correlazione con la diffusione nel Paese e nel mondo del movimento #MeToo, esploso nell’autunno 2017 con lo scandalo Weinstein.

Le 27 denunce coprono un periodo che va fino al 2016 e riguardano sia ristoranti in franchise di McDonald’s che la catena stessa. L’azienda considera i franchise come indipendenti e non rappresentanti delle politiche societarie. Una 15enne di St Louis, Breauna Morrow, ha dichiarato di essere stata «ripetutamente molestata» da un collega, ma che quando ha avvisato il supervisore, questo non ha fatto niente per fermarlo. Una dipendente di un ristorante di ha raccontato di essere stata assaltata sessualmente sul posto di lavoro e che quando ha denunciato il fatto, i superiori le hanno detto che forse era lei a essere «troppo provocante». McDonald’s, che ha un codice anti abusi, ha assicurato che «non c’è posto per le molestie» nei suoi locali.

È significativo che lo sciopero sia stato appoggiato sia da Fight for $15 (organizzazione che lotta per l’aumento del salario minimo) che da Time’s Up, il gruppo di assistenza legale per lavoratori che hanno subito molestie. L’unione tra le due forze mette insieme per la prima volta su larga scala due richieste da parte della società diventate sempre più impellenti: quella della sicurezza economica e quella della sicurezza del corpo. Finora le storie che hanno fatto notizia relative allo scandalo molestie sono state quelle legate a Hollywood o in generale ai vip. Ma è proprio quando le condizioni economiche e di lavoro sono più precarie che le vittime sono più deboli e indifese, sotto tutti gli aspetti. Lo sciopero delle lavoratrici di McDonald’s potrebbe essere l’inizio della seconda fase del #MeToo, quando a uscire allo scoperto non sono le star ma i lavoratori rafforzati dall’unione.

(Lettera Donna, 19 settembre 2018)

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