26 Marzo 2022
comune-info.it

Noi madri dei soldati russi

di Comitato delle madri dei soldati russi


Il Comitato delle madri dei soldati, un gruppo di madri e attiviste per i diritti umani, è sorto nel 1989 a Mosca per difendere i giovani coscritti dalle violenze e dagli abusi perpetrati nell’organizzazione militare ed è stato il movimento sociale più duraturo e rispettato della Russia post-sovietica. La sua azione si è sviluppata in due direzioni: l’assistenza ai singoli soldati e la pressione per l’abolizione della coscrizione, il controllo civile sull’esercito e smilitarizzazione del sistema giudiziario1. Un primo successo fu ottenuto con il congedo di 180.000 giovani soldati perché potessero finire gli studi.

Il CMS crebbe rapidamente diffondendosi in tutta la Russia e aumentò la sua influenza nel corso della guerra con la Cecenia del 1994-1996 soprattutto quando, nel marzo 1995, organizzarono la “Marcia della compassione” da Mosca a Grozny. Centinaia di madri russe cercarono l’appoggio delle madri cecene nell’azione contro la guerra e negoziarono con l’esercito ceceno per ottenere la liberazione dei prigionieri.

La loro attività per i diritti umani ottenne importanti riconoscimenti a livello internazionale (tra cui il Sean MacBride Award dell’International Peace Bureau nel 1995 e il Right Livelihood Award). Nel 1993 il comitato ottenne un ufficio a Mosca in cui le volontarie accoglievano le richieste di aiuto e a cui pervennero migliaia di lettere ogni anno, in maggioranza da parte di donne e madri in condizione di fragilità, povere, isolate e sole. Da richiedenti aiuto molte di loro divennero attiviste. La capacità di praticare un cammino verso l’autonomia e verso l’azione collettiva a partire da una comune esperienza senza mai trascurare la sfera individuale è stata la forza del movimento, che tuttavia negli anni Duemila perse gran parte del sostegno pubblico di cui aveva goduto.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina numerosi appelli disperati sono giunti al Comitato da parte di genitori che avevano perso i contatti con i loro figli, non ne sapevano nulla se non che erano stati costretti a firmare contratti con l’esercito e che gli erano stati sottratti i cellulari. Le risposte che hanno dato loro le madri non devono essere state molto diverse da quelle che compaiono in questa dichiarazione in cui esse danno indicazioni, incoraggiano e spingono all’azione. Esse non si appellano ai governi o alle organizzazioni internazionali, ma alla capacità di agire delle singole persone e alla forza dei loro affetti.


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Dichiarazione, 24 febbraio 2022


Le madri dei soldati di San Pietroburgo condannano l’aggressione militare che le truppe russe stanno perpetrando in Ucraina di fronte ai nostri occhi. Questa è una guerra e come ogni guerra è distruzione, sangue, violenza, vittime innocenti e crollo del futuro. Nessun uomo sano di mente può sostenere la guerra.

Cosa possiamo fare in questa situazione, noi comuni cittadini e cittadine che non siamo stati/e consultati/e, quando è stato deciso di dare inizio alle ostilità? Veramente molto. Noi ascoltiamo e leggiamo numerosi appelli, vediamo l’angoscia delle persone, specialmente dei genitori di uomini arruolati nell’esercito russo. Ma nello stesso tempo, vediamo anche una paura paralizzante, le perdite e le incomprensioni. Tutto questo impedisce l’azione, non ci permette di agire.

Madri e padri dei ragazzi nell’esercito, ci chiedete «Dove sono i nostri figli in questo momento?». Purtroppo, non possiamo rispondere a questa domanda. C’è un ufficio speciale per questo – il Ministero della Difesa della Federazione russa. Esso tace… Il vostro compito è di scrivere, inviare appelli, bombardarli di domande, cercare informazioni vitali. Questi sono i vostri figli! Nessuno può aiutarli se non voi. Noi possiamo consigliare e fornirvi modelli di richieste. Il resto è nelle vostre mani (potete scrivere al comando di distretto da cui dipende l’unità e direttamente alla regione di Mosca https://letters.mil.ru/electronic_reception.htm2)!

Noi vi incoraggiamo con forza ad essere vicini/e ai vostri figli! Mettetevi in contatto con altri genitori, create chat, interagite. Solo insieme, nel sentimento dello stesso angoscioso respiro di compagni di sventura – ma senza mai cessare di esprimere caldamente la speranza – potrete superare tutte le difficoltà. Guardare negli occhi altri figli e altre madri che sono stati/e chiamati/e “vostri/e nemici/che”!

Rivolgiamo un appello anche al personale militare. Ufficiali! Voi potete inoltrare le richieste di rifiuto del servizio militare per non partecipare a questa tragedia, che in ogni caso sarà seguita da un’amara ricompensa. In tutti i conflitti militari, e ce ne sono stati tanti nella storia russa degli ultimi trent’anni, ci sono stati casi di rifiuto del servizio militare. Ce ne saranno ora! Noi esortiamo chiunque abbia parenti o amici in Ucraina di cercare di avere sempre il polso della situazione. Ora è semplicemente necessario comunicare, sostenere moralmente e psicologicamente e offrire tutta la più ampia assistenza possibile. Nessuna azione delle autorità, nessuna politica può distruggere questi legami. Ricordate: nei primi giorni delle ostilità, la confusione e l’agitazione dominano sempre. La prima vittima della guerra è la verità. Informazioni non verificate possono giungere da ogni direzione. Raccomandiamo di fare una doppia verifica delle informazioni su diverse fonti. Secondo noi, i media più affidabili in Russia oggi sono: Novaja Gazeta, Dozhd TV Channel, Meduza Edition ed Ekho Moskvy.

E naturalmente, possiamo e dovremmo continuare a dar voce alla nostra posizione, esprimere attivamente le nostre opinioni e agire in ogni modo legale e accessibile. Inviare post sui social network, firmare e distribuire petizioni contro la guerra, comunicare con gli amici. È agendo uniti che non consentirete a voi stessi di impantanarvi nell’illusione di essere soli con la vostra opinione. Credeteci, molte persone pensano la stessa cosa, ma per molte ragioni hanno paura di parlare.


#No alla guerra# Madri dei soldati SPB


1 Numerosi sono gli studi sul movimento. La sua storia è stata ricostruita da Valentina Melnikova, segretaria dell’Unione dei Comitati delle madri dei soldati russi, e da Anna Lebedev in Les petits soldats. Le combat des mères russes, Paris 2001.

2 Ora cancellato.


[Questa pagina fa parte di Voci di pace, spazio web di studi, documenti e testimonianze a cura di Bruna Bianchi]


(comune-info.it, 26 marzo 2022)

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