10 Giugno 2021
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Non ce ne staremo zitte!

di UdiPalermo


È singolare e paradossale che la difesa di una legge anti-odio (il ddl Zan) passi attraverso offese e insulti veementi, potenzialmente forieri di violenza. Ed è tanto più assurdo che simili attacchi provengano da un’esponente del movimento Lgbtq come Daniela Tomasino.

E’ questo infatti il tono delle dure invettive lanciate da Tomasino dalla sua pagina facebook (il post completo e i commenti si leggono in data 3 giugno) come critica al video di uno stralcio dell’intervento di Daniela Dioguardi che ha preso parte, come rappresentante dell’Unione Donne in Italia, alle audizioni effettuate in Commissione Giustizia del Senato nell’ambito dell’esame del ddl Zan.

Sui social Tomasino non ha saputo commentare l’espressione civile di un’opinione diversa dalla propria se non con parole che costituiscono proprio un esempio di quella istigazione alla violenza che si vuole combattere, additando Daniela Dioguardi addirittura come mandante di crimini d’odio: “Che senso hanno decine d’anni di sedicente impegno, per poi ritrovarsi ad armare la mano di chi prende gay a bottigliate?” ha scritto, fra l’altro.

Siamo di fronte all’ennesimo episodio di un decadimento del confronto che lascia sconcertate, di un’aggressione incivile che nulla ha del dissenso politico, per quanto aspro esso possa essere in alcuni casi.

Non ci stiamo. La nostra idea dello scambio politico non esclude la conflittualità ma non implica certamente l’annientamento dell’altro/a che si contesta, la sottrazione di parola.

Insulti ed intimidazioni nel tentativo di mettere a tacere chi esprime una posizione critica, attacchi alle organizzazioni femministe che non si  conformano a quella che appare come una nuova ortodossia non sono modi dell’agire politico.

Si tratta invece di una postura preoccupante, di un modo di agire minaccioso che rimanda a metodi che non riteniamo appartengano alla originaria cultura Lgbtq e che ricordano piuttosto la (in)cultura di quei gruppi che della violenza fanno la base del proprio agire, anche nel più puro spregio misogino: un fenomeno che preoccupa e inquieta e che rende difficile il ripristino di una dialettica politica corretta.


Biblioteca delle donne e centro di consulenza legale UDIPALERMO


(Facebook, 10 giugno 2021)

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