10 Luglio 2022
La Voce di New York

Oliver Stone si racconta a Ostuni: «La guerra in Ucraina provocata da noi»

di Luciana Capretti


«Il mondo occidentale è sotto ipnosi», conclude salutandomi. […]

A Ostuni Oliver Stone ha voluto ripresentare il suo film W, del 2008, sul presidente George W. Bush: gli chiediamo perché proprio quello fra i tanti. «Perché segna un momento decisivo della storia americana. Quando Donald Trump era presidente, la gente diceva “È il peggiore presidente degli Stati Uniti” e io rispondevo: “Mettete le cose in prospettiva”. Cosa ha fatto Trump a paragone di quello che ha fatto Bush al paese e alla Costituzione? Non solo è andato in guerra in Iraq senza il permesso delle Nazioni Unite, illegalmente, ma ha anche creato prigioni segrete, campi di detenzione, Guantanamo, intercettato praticamente l’intera popolazione americana.

Crimini per i quali sarebbe dovuto finire in cella insieme a Dick Cheney e Rumsfeld. Ma L’America perdona e dimentica. Nel mio film i dialoghi sono basati su frasi che Bush ha detto veramente, magari non le ha dette in quel luogo e in quel momento, ma le ha dette. E sono frasi incredibili. Questi personaggi siedono intorno a un tavolo e decidono il destino del mondo come se fosse tutto sotto il loro controllo. Ci dobbiamo veramente chiedere come questo Paese, con questa leadership, e questo sistema elettorale elegga i suoi rappresentanti».

Lei ha detto che quel momento è stato decisivo. Perché?

«L’America ha stabilito la tonalità della guerra. Andiamo in guerra in qualsiasi circostanza ci sembri importante per noi. In Iraq, in Afghanistan.

Abbiamo dichiarato guerra al terrore ed è stato un assoluto disastro in termini di morti in tutto il mondo, abbiamo portato tensione e militarizzazione in così tanti Paesi in Medioriente e Asia ma continuiamo, e ora combattiamo contro la Russia. Questa è una guerra provocata, la Russia è stata provocata a invadere, è quello che volevamo e ha funzionato.

Gli Stati Uniti sentono di avere il diritto di dire al resto del mondo cosa deve fare. Lo chiamiamo “ordine internazionale”. Peraltro il comparto militare assorbe più del 50% del nostro denaro. Non ci prendiamo cura della popolazione perché dobbiamo pagare la militarizzazione della nostra società, che è aumentata con la National Security, e le agenzie di intelligence. È un business enorme e difficile da fermare, solo un presidente forte come Kennedy ce la farebbe. Bisognerebbe farlo e cercare di non farsi assassinare».

[…]


(https://lavocedinewyork.com/, 10 luglio 2022)

Print Friendly, PDF & Email