23 Aprile 2023
Io Donna

Relazioni amorose oggi: chi guadagna dal modello liberista?

di Antonella Baccaro


A che punto siamo con le relazioni amorose a valle della scossa generata dalla pandemia?

La segregazione imposta dal Covid, ricorderete, aveva prodotto un fiorire dei contatti on line, caratterizzati da una grande prudenza e diffidenza. L’inclinazione a rinchiudersi in casa, facendosi bastare il quotidiano e sé stessi, aveva messo in crisi lo sviluppo dei rapporti sorti sulle piattaforme.

Per fortuna oggi questa tendenza sembra essere stata invertita: la voglia di vedersi, toccarsi, condividere è tornata.

Ma nuove forme di relazione starebbero prendendo piede. A suggerirlo è il rapporto annuale di Tinder, nota app di incontri, che individua come trend crescente quello che definisce come “situationship”, cioè qualcosa a metà tra una relazione ufficiale e un’amicizia, insomma una relazione d’amore libera da definizioni o regole. Che potrebbe considerarsi come l’altra faccia, quella romantica, della “friendship with benefit” (amicizia con risvolti sessuali).

Su Tinder le menzioni di questo status sono aumentate del 49 per cento nel 2022. Un utente su dieci sostiene di essere alla ricerca di una “situationship” come formula per vivere al meglio un rapporto.

Il fenomeno è stato descritto sul settimanale Time, in un articolo della sessuologa Myisha Battle, dal titolo Le situazioni sono il futuro degli incontri. Non è una cosa brutta.

A preferire questo status sarebbero i più giovani, desiderosi di incontrare propri simili senza troppe pressioni. Banditi perciò tutti i discorsi a lungo termine, le condivisioni di case e cose e soprattutto le domande come «ma noi cosa siamo adesso?». Una modalità, secondo Battle, che permetterebbe alla coppia di concentrarsi più sul presente e le emozioni che sul futuro e la progettualità.

Sarò giurassica rispetto all’universo di Tinder, ma applicando le vecchie e care categorie che hanno sempre consentito a noi donne di navigare nell’indeterminatezza dei partner, a me sembra che questa tendenza segnali la definitiva vittoria del modello relazionale maschile, di stampo liberista, sul nostro, più propenso a un “mercato regolato”.

Le “zone grigie” non sono per tutti, avverte la sessuologa. Soprattutto quando rischiano di essere per sempre.


(iodonna.it, 23 aprile 2023)

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