28 Novembre 2022 ore Ljudmila Petruševskaja

Una voce russa contro la guerra: una lettera di Ljudmila Petruševskaja 


Cari amici, cari voi che mi leggete e mi pubblicate all’estero, in Russia stiamo vivendo un momento terribile, ancora più tremendo di quello vissuto durante la seconda guerra mondiale, quando Hitler ci attaccò. Quella volta il popolo russo, la Russia, i nostri soldati erano sacri per il mondo intero; il nostro sangue era versato a difesa di tutti, e le grandi nazioni venivano in nostro soccorso, prime fra tutte l’America e l’Inghilterra. E in Europa, chiunque aveva un po’ di cervello si dava alla macchia per combattere contro Hitler. 
Noi, invece, vivevamo nel profondo della Russia. La mia famiglia faceva la fame, io avevo la tubercolosi, chiedevo l’elemosina per strada, cantavo per un tozzo di pane. Avevo sette anni quando la guerra finì. Eppure ricordo ogni cosa! E sono cresciuta orgogliosa del mio popolo. 
Dei poveri, delle donne che nelle retrovie difendevano la patria con tutte le loro forze. Le loro disgrazie, infatti, sono tutte nei miei libri, nei miei testi teatrali. 
Oggi la Russia delle donne è stata offesa, è stata umiliata. I generali di Putin la disonorano, la calpestano, le portano via i figli per una guerra meschina e rivoltante; una guerra contro quelli che sono suoi fratelli e sue sorelle, contro quell’Ucraina che tanto amiamo e che è parte di noi. Non faccio che piangere, mentre leggo le notizie su Internet. Sono là anch’io, insieme a loro mi nascondo dalle mie stesse bombe! Insieme a loro proteggo dal fuoco i nostri bambini, li proteggo dagli spari dei ragazzi russi; e con loro, con l’Ucraina, mi preparo a fare la fame e a chiedere l’elemosina. 
Voi che siete altrove, vi scongiuro: aiutate la santa Ucraina! 
Di questa guerra accuso il criminale numero uno, Putin. 
Che il sangue dei morti ricada sulla sua vecchia testa, che gli imbratti la faccia e le mani. 
Accuso lui di questa carneficina. È un assassino. 
Mi arrestino pure, sono pronta, come sono pronta alle botte e allo sciopero della fame e della sete. Sono pronta a subire tutto ciò che accade a chi protesta e viene arrestato per strada. 
Di queste parole, però, rispondo io e io soltanto. I miei figli, i miei nipoti e pronipoti non sanno niente. 


Ljudmila Petruševskaja


(www.unistrasi.it, traduzione di Giulia Marcucci e Claudia Zonghetti, 28 novembre 2022)

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