23 Novembre 2025
Sinistra Sindacale

Violenza contro le donne: noi uomini abbiamo la responsabilità di quello che accade

di Umberto Varischio


Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ricorda l’assassinio a bastonate delle tre sorelle Mirabal da parte dei sicari del dittatore domenicano Trujillo nel 1960 perché oppositrici del regime. Da diversi anni è diventata una giornata che dovrebbe ricordare a noi uomini la nostra responsabilità nella violenza contro le donne.

Ogni giorno milioni di donne in tutto il mondo sono sottoposte a violenza fisica, sessuale e psicologica da parte di uomini; diverse di loro vengono anche uccise. Secondo una ricerca dell’Unione europea del 2021, circa il 30% delle donne nell’Ue ha subito violenza fisica o minacce e/o violenza sessuale nel corso della propria vita. Questa violenza è spesso esercitata fra le pareti domestiche da parte del partner o da un familiare maschio. Secondo altre ricerche il comportamento maschile è la prima causa di morte violenta e invalidità permanente per le donne fra i 16 e i 44 anni in tutto il mondo.

Violenze di ogni tipo avvengono anche nei luoghi di lavoro: le tante donne che lavorano lo sanno benissimo, e non hanno bisogno di ricerche sociologiche per riconoscere la verità di questa affermazione.

Senza dubbio sono cambiate le nostre vite, le relazioni familiari, l’amicizia e l’amore tra uomini e donne, il rapporto con figlie e figli. Consuetudini e modi di sentire sono mutati e le forme della convivenza sociale registrano, sia pure a fatica, questo cambiamento. Ma le violenze persistono.

La violenza non è una devianza. È parte della nostra storia personale, del nostro modo di essere uomini. E soprattutto, non è mai solo quella che si vede, ma è anche quella che attraversa il linguaggio, il modo in cui pensiamo la forza, il potere, perfino l’amore.

Che cosa possiamo fare, noi uomini, della violenza che ci abita? Non solo quella eclatante, ma anche quella sottile, quella che si nasconde nelle battute e anche nella paura di sembrare deboli. Non si tratta solo di violenze messe in atto: il punto di vista maschile non riesce ancora a vedere chiaramente la grande trasformazione delle nostre società prodotta negli ultimi decenni dal massiccio ingresso delle donne nel mercato del lavoro, e dai mutamenti che sono stati sollecitati dai movimenti femministi e delle donne.

Non voglio parlare in nome di nessuno, e neppure allontanare da me la responsabilità di questa situazione, che è principalmente individuale. Non voglio neppure dire che tutti gli uomini siano attori di violenze e soprusi. Nessuno di noi uomini può ergersi a giudice o fare la predica a qualcuno, ma tutti noi uomini abbiamo la responsabilità di quello che accade.

La violenza sulle donne è esercitata da uomini: è quindi necessario, anzitutto come uomini, prenderne coscienza e poi impegnarsi in tutti gli ambiti per cambiare questa situazione, a partire dall’interrompere la tacita solidarietà maschile con chi agisce la violenza. Perché la giornata del 25 novembre non diventi una vuota ritualità che, dopo essere stata celebrata, venga dal giorno successivo dimenticata.


(Sinistra Sindacale, 23 novembre 2025)

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