12 Marzo 2022
Le Monde Diplomatique

Abusi digitali

di Serge Halimi


La digitalizzazione accelerata dei servizi pubblici francesi ha ormai toccato ambiti vitali come la richiesta di certificati anagrafici, il pagamento delle tasse o la richiesta del permesso di soggiorno. Ma usare internet per forza in questi e molti altri campi della vita quotidiana (viaggi, prenotazioni, gestione dei conti correnti) richiede uno sforzo particolare a chi non sa come farlo, o perché non ha i dispositivi necessari, o non ha sufficienti competenze informatiche e non ha nessuno che lo aiuti. Per queste persone, la vita nella Francia “nazione start-up” che vorrebbe Emmanuel Macron equivale a una condanna all’esilio in patria.

La prefazione del rapporto della Difensora dei diritti [una figura istituzionale analoga a quella del Difensore civico in Italia, NdT] Claire Hédon sulla crescente necessità di usare l’informatica per accedere ai servizi dello Stato dice tutto: «Le persone che si rivolgono ai nostri uffici territoriali ci arrivano sfinite, e alcune anche disperate. E ci raccontano che è un sollievo poter finalmente parlare di persona con qualcuno». In Francia si vedono quotidianamente scene angoscianti che ricordano Io, Daniel Black, il film di Ken Loach in cui un disoccupato britannico si batte contro una burocrazia resa ancor più disumana dalla digitalizzazione. I politici sembrano totalmente inconsapevoli che 13 milioni di persone (una su cinque) hanno difficoltà con l’informatica. 

I danni maggiori li subisce chi è già meno favorito dalla società: anziane e anziani, gente di campagna, classe operaia, persone con bassi titoli di studio, detenuti, stranieri. Mentre professionisti, persone ad alto reddito e laureati sono ben forniti di PC, tablet e smartphone e gradiscono accedere ai servizi pubblici da remoto. In pratica, più le vostre condizioni sono socialmente precarie, più vi sarà difficile esercitare i vostri diritti e accedere alle prestazioni pubbliche. La pandemia, rendendo la norma telelavoro, didattica a distanza e prenotazioni mediche on line, ha aggravato la situazione delle persone tecnologicamente svantaggiate. E talvolta qualche partito senza volerlo ostacola ulteriormente la partecipazione politica delle categorie precarie: quando Europe Écologie – Les Verts (EELV) ha organizzato una consultazione “aperta a tutti” per scegliere il proprio candidato alle presidenziali di quest’anno, chi voleva partecipare doveva avere «un indirizzo e-mail personale per ricevere il link alla piattaforma di voto, un numero di cellulare per ricevere il codice di convalida del voto e una carta di credito per pagare un contributo di € 2,00».

Claire Hédon avverte che «la situazione sta peggiorando» e ricorda che secondo la legge nessuno può essere privato dei suoi diritti o dell’accesso ai servizi pubblici solo perché non ha strumenti informatici. Per molti e molte, sottolinea, la «digitalizzazione forzata» non è semplificazione bensì «una sorta d’abuso istituzionale».


(Le Monde diplomatique, 2 marzo 2022, traduzione di Silvia Baratella. Titolo originale: Abusés par la numérisationhttps://look-travels.com/abuse-par-la-numerisation-par-serge-halimi-le-monde-diplomatique/ )

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