19 Dicembre 2022
Il Fatto Quotidiano

Babbani*

di Silvia Truzzi


La scrittrice scozzese J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter, finanzia (integralmente) un nuovo rifugio per donne a Edimburgo. Beira’s Place, si chiamerà così, offrirà aiuto a donne dai 16 anni in su che hanno subito violenza sessuale o abusi in qualsiasi momento della loro vita. «Essendo io stessa una sopravvissuta a una violenza sessuale – ha detto la scrittrice – so quanto sia importante che le vittime abbiano la possibilità di usufruire di un’assistenza incentrata sulle donne e fornita dalle donne in un momento così vulnerabile. Spero che Beira’s Place consentirà a un maggior numero di donne di elaborare e recuperare il proprio trauma». Iniziativa lodevole, no? L’annuncio invece ha provocato la reazione indignata (e figurati) del centro antiviolenza pubblico scozzese, il Rape Crisis Scotland, guidato da una donna trans, che accusa nuovamente la Rowling di non voler accettare donne trans e persone non binarie. Va detto che la Scozia sta per approvare una legge che permette di cambiare sesso con una semplice autocertificazione, senza che sia necessario un percorso medico e psicologico. Rowling, accusata di essere una Terf (ovvero una femminista transfobica) ogni volta che apre la bocca, ha dichiarato che chi nasce di sesso maschile non può semplicemente dirsi donna e avere accesso a luoghi come bagni o spogliatoi (o carceri) riservati alle donne perché potrebbe essere pericoloso. Cosa non si capisce di questo ragionamento?


[*Babbano è un termine tradotto da “Muggle” che serve a definire, classificare o indicare nei libri di Harry Potter, gli esseri umani che non sono dotati di poteri magici. Nei romanzi della Serie Harry Potter è il termine gergale con cui maghi e streghe definiscono coloro che non possiedono e non sono a conoscenza della magia.]


(Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2022)

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