21 Settembre 2018
il manifesto

Brasile, la destra trema: donne unite contro Bolsonaro

di Claudia Fanti

Una campagna online, cresciuta in modo esponenziale in pochi giorni, preoccupa il candidato accusato di misoginia e razzismo. “Lui no”, dicono le donne. E la sua popolarità cala

Se a tre settimane dal primo turno delle presidenziali in Brasile, a giocarsi la partita sembrano ormai il candidato di estrema destra Jair Bolsonaro e il «candidato di Lula» Fernando Haddad, a dire la parola decisiva saranno probabilmente le donne.

Quelle donne che, ai discorsi e ai gesti di maschilismo, sessismo e razzismo ostentati dal candidato filo-fascista, hanno risposto creando su Facebook il gruppo «Donne unite contro Bolsonaro» che, in pochissismo tempo, dietro lo slogan Ele não, lui no, ha già oltrepassato i due milioni di partecipanti (solo tra il 9 e l’11 settembre le nuove adesioni sono state 600mila).

Ilo loro obiettivo, hanno precisato le amministratrici del gruppo, al quale sono ammesse solo donne e trans, è lottare contro la minaccia ai propri diritti e alle proprie conquiste rappresentata da Bolsonaro, di cui non pronunciano mai il nome, facendo di questa battaglia «in difesa della democrazia» una «grande occasione di unione e di riconoscimento della propria forza».

Il gruppo, a cui si accede sia su invito di chi ne fa parte sia facendo richiesta di adesione, non ammette parole di odio né fa propaganda per alcun candidato, accogliendo le più diverse posizioni politico-ideologiche e limitandosi a combattere le posizioni maschiliste e fasciste espresse dall’«innominato».

Che, tra molte altre uscite dello stesso genere, non solo non ha esitato ad ammettere che non darebbe alla donna lo stesso salario di un uomo, ma è stato capace di dire a una deputata: «Non ti stupro perché non te lo meriti»

Così, alla vigilia delle elezioni più tormentate dalla fine della dittatura, le promotrici dell’iniziativa mettono in guardia dalla «pericolosa affermazione di principi antidemocratici da parte di uno dei candidati alla presidenza», espressi in «un atteggiamento di disprezzo nei confronti delle donne, dei neri, degli indigeni, delle persone omosessuali», come pure «nel culto della violenza» e «nella difesa dei torturatori». E invitano la popolazione brasiliana «a unirsi in difesa della democrazia, contro il fascismo e la barbarie».

E mentre l’indice di disapprovazione di Bolsonaro continua ad aumentare, arrivando tra l’elettorato femminile al 49% (e tra le giovani dai 16 ai 24 anni addirittura al 64%), il gruppo inizia davvero a far tremare l’estrema destra. Tant’è che, oltre ad aver sofferto attacchi di hacker, le amministratrici sono state minacciate di stupro e di morte. «La nostra risposta – hanno ribattuto – sarà nelle urne, è lì che mostreremo la forza delle donne, il nostro potere di orientare il paese in direzione contraria a un discorso razzista, misogino e omofobico».

(il manifesto, 18 settembre 2018)

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