9 Marzo 2021
La Sicilia

Donne protagoniste nel lavoro e libere da violenza e militarizzazione

di Pinella Leocata


Catania. Le donne de La Ragna-Tela, in questo 8 marzo, sono tornate a prendersi lo spazio pubblico, l’anno scorso negato dall’inizio del primo lockdown. E lo hanno fanno trasformando piazza Università in un luogo d’incontro, di confronto e di scambi. Qui hanno tenuto un’assemblea pubblica sul tema della potenza delle donne, una potenza che “nessuna violenza potrà scalfire”. E qui, lungo la facciata di palazzo Sangiuliano, hanno affisso il loro striscione storico, “Libere da violenza e militarizzazione”, insieme a tanti altri, coloratissimi e fatti da stoffe e ritagli. Cartelli che parlano del “laborioso lavoro delle donne nei campi più svariati”, un lavoro spesso occultato, misconosciuto e sminuito. Eppure si tratta di un lavoro prezioso, e lo è tanto più in questo lungo periodo segnato dalla pandemia e dalle difficoltà ad essa connesse.

Denunce e racconti che trovano spazio non solo nella parola detta, ma anche nelle immagini – e nelle didascalie che le accompagnano – affisse in questo spazio espositivo di un giorno che ha accolto la mostra “Il cammino delle donne scienziate di ieri e di oggi”. Un altro modo per ricordare “la potenza delle donne” e i tanti campi in cui si è espressa, spesso senza che alle protagoniste siano stati riconosciuti i legittimi meriti. Ed eccole, allora, le foto di Rosalind Franklin, di Hedy Lamarr, dell’immunologa Françoise Barré Sinoussi, della vicepresidente di Pfizer Kathrin Jansen, della chimica Dorothy Crowfoot Hodgkin e delle tre scienziate dello Spallanzani che hanno isolato per prime il coronavirus in Europa, tutte meridionali: Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita, Concetta Castilletti. E ancora Agitu Ideo Gudeta, la sociologa eritrea che allevava capre sulle Alpi e che è stata massacrata da un immigrato che aiutava, e l’esperta di tecnologia dei superconduttori Anna Grassellino. E poi le vignette contro il machismo dell’artista spagnola Marina Castañeda. Immagini e parole accompagnate dal suono dell’organetto di Rosaria Torcitto e dalle poesie di Carmina Daniele che ha letto anche quella che Amanda Gormen ha dedicato al mondo in occasione della cerimonia di insediamento di Biden.

In questo contesto tante donne hanno preso la parola, tenendo in mano una mela presa dal cesto posto al centro dello spazio. Un modo per ribaltare il senso di un simbolo antichissimo: non più annuncio di danni e problemi, ma della saggezza e dell’azione quotidiana, bella e gustosa delle donne. Un’iniziativa per ribadire – con le parole di Anna Di Salvo – che le donne non sono soltanto ignorate, schiacciate, negate, ma si sono fatte spazio in tanti contesti, nella ricerca scientifica, come nel mondo dell’impresa e nelle professioni. Oltre ad avere un ruolo importante nel mantenere in vita l’esistenza di ogni giorno. «Donne che si realizzano e lo fanno non in maniera solipsistica, nella ricerca del potere per il potere, ma applicando la formula della condivisone, dello scambio, del lavoro d’équipe. Non è un caso che cresca, soprattutto nel nord Europa, il numero delle donne che governano, e lo fanno bene, come abbiamo visto anche in questo periodo di pandemia».

«Viviamo – recita il volantino della manifestazione – un presente abitato dalla libertà femminile, vediamo con gioia che le donne sono ovunque, e i movimenti più significativi si richiamano al femminismo. “La battaglia per l’ambiente – come dice Malena Ernman Thunberg, madre di Greta – è il movimento femminista più grande del mondo”. Vediamo ragazze che prendono la parola con disinvoltura, ministre, sindache, presidenti, scienziate, che chiamano altre donne per gestire insieme il corpo sociale e la salute del mondo. Non come neutre, cooptate o fedeli esecutrici di un ordine prestabilito, ma con un atteggiamento in cui vediamo felicità e naturalezza di essere sulla scena pubblica con corpi di donne».

Un’occasione per ribadire – come hanno fatto Giusi Milazzo del Sunia e l’associazione antitratta Penelope – alcune delle richieste delle donne, a partire dalla necessità di reperire alloggi dove accogliere donne e migranti in difficoltà, vittime di violenza e persone senza tetto. E per annunciare le iniziative della Ragna-Tela per i prossimi mesi: la pubblicazione di un testo che racconti il lavoro di monitoraggio dei giardini e dei piccoli parchi di città in modo da tutelarli, e, tra marzo e aprile, una performance artistica per collocare una “statua” di Proserpina accanto a quella della madre Cerere posta in piazza Cavour. «Perché è dalla relazione tra madre e figlia che hanno origine le stagioni e si rinnova la vita con le sue messi.»


(La Sicilia, 9 marzo 2021)

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