30 Gennaio 2020
Una Città

È uscito un nuovo numero di Una Città


La copertina di questo numero è dedicata alle femministe cilene, la cui lotta contro le violenze e gli stupri, perpetrati pure da appartenenti alle forze di polizia, è diventata famosa e imitata in tutto il mondo. Apriamo con una lettera dal Cile dove da mesi perdura una rivolta contro le condizioni di povertà in cui le ricette liberiste hanno ridotto larghi strati della popolazione.

http://www.unacitta.it/it/articolo/1570-una-rivolta-dal-futuro

Chi accogliere e perché? Michael Walzer, parlandoci di internazionalismo e cosmopolitismo, di confini e di accoglienza, fa la lista di chi gli Stati Uniti devono accogliere e di chi possono accogliere, nonché la lista delle cose che noi non potremo mai accettare, malgrado la libertà culturale, da difendere, di ognuno: la mutilazione genitale, il matrimonio delle bambine, quello combinato, il fatto che un musulmano non possa stringere la mano a una donna.

http://www.unacitta.it/it/intervista/2717-internazionalismo-e-confini

Finora il disabile che compiva diciotto anni veniva abbandonato dallo Stato, con i genitori che si ritrovavano da soli a gestire la fase forse più ardua della vita del figlio o della figlia; da sempre la domanda “e dopo di noi?” non poteva non attanagliare ogni genitore. Ora una prima legge affronta il problema, che in fondo non è altro che quello della ricerca della massima autonomia possibile.

Per la Giornata della memoria pubblichiamo due interviste: una racconta di una rete di 550 aderenti, per lo più ebrei, sparsi per tutto il mondo ma accomunati dalla provenienza delle loro famiglie dalla Bucovina, che hanno un sito che raccoglie documenti, fotografie, racconti delle famiglie ebree travolte dalla Shoah; la seconda intervista racconta di uno strano museo di Sarajevo, chiamato anche dei giocattoli, che raccoglie testimonianze, fotografie, oggetti riguardanti la vita di chi è stato bambino sotto la guerra.

La caduta del sistema sovietico, incapace di sostenere il confronto con l’Occidente, invece di essere un’occasione per un nuovo ordine fondato su una convivenza pacifica multipolare, ha scatenato una conflittualità economica, commerciale e soprattutto militare, innanzitutto fra Russia, Cina e Stati Uniti e poi in tantissimi teatri regionali. In questo scenario frammentato e ingovernabile si è riaperta la corsa all’arma atomica ed è caduto il tabù di un suo uso, nell’indifferenza delle popolazioni. L’intervista è a Paolo Calzini.

Ricordiamo Anna Bravo, scomparsa nei giorni passati, pubblicando i ricordi, letti al funerale, di Franca Manuele e Fabio Levi e ripubblicando un’intervista molto bella, che ci rilasciò, sulla resistenza civile e sul ruolo delle donne nella Resistenza. Il sottotitolo recitava: “La resistenza civile non armata, grazie al primato dell’immagine dell’uomo in armi, non fu neanche studiata e lasciata in appalto ai cattolici, ma attraversò tutti gli schieramenti e coinvolse tanti cittadini. In particolare quella delle donne, a partire dal reticolo familiare e di vicinato, fu disconosciuta nello stereotipo della madre tutta sentimento. Un’etica della responsabilità che parte da un pensiero che sa scegliere, analizzare i costi-benefici della violenza, vedere l’individuo e non solo lo schieramento”.


Qui il link al sommario del n. 262 http://www.unacitta.it/newsite/sommari.asp?anno=2019&numero=262


(Una Città, 30 gennaio 2020)

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