di Sarantis Thanopulos e Annarosa Buttarelli
Sarantis
Thanopulos: «Annarosa, la principale misura del governo per
fronteggiare il Coronavirus è stata la quarantena collettiva: un
cambiamento pesante della nostra vita. Sul piano psicologico è
evidente l’aumento dell’angoscia e della depressione nei
cittadini, provati, peraltro, da una grande incertezza sui tempi
degli effetti desiderati. È altrettanto evidente il rischio che la
quarantena fisica si trasformi in quarantena psichica. Se dalla
situazione attuale non usciremo con la consapevolezza che il mondo
attuale va radicalmente ripensato, le emergenze, di vario tipo,
diventeranno la nostra vita quotidiana e l’autoritarismo avrà la
meglio sulla democrazia. In una tua intervista hai condannato lo
stile violento e suicidario delle forme virili di governo, oggi di
nuovo nudo. Come pensi che possa fare al loro posto la “lungimiranza
femminile?”».
Annarosa Buttarelli: «Caro Sarantis, che
bello tornare a dialogare con te e con i lettori de il
manifesto. Nel presente storico mi
faccio un obbligo di non criticare, nel bene o nel male, ciò che
stanno facendo i nostri governanti. Penso che facciano al meglio
quello che possono e forse anche qualcosa di più. Tuttavia, si può
notare che, in un’emergenza estrema come quella che stiamo vivendo,
in Italia tutta la catena di comando ritorna saldamente in mano agli
uomini. Le donne fanno la loro parte al “fronte”, come in ogni
grave momento storico.
Questa banale osservazione non è già
più banale, se consideriamo che questa fenomenologia, maschi al
comando, donne a darsi da fare al confine tra vita e morte, è
ripetuta in ogni momento in cui c’è un’emergenza o una guerra di
liberazione (a parte oggi le combattenti curde), o una rivoluzione
vecchio stile. Tutto ciò non mi fa essere così ottimista verso un
futuro post-apocalittico completamente differente rispetto al vecchio
mondo. Ho definito “lungimiranza femminile” tutta la serie di
profezie di filosofe e/o donne comuni che hanno previsto come sarebbe
andata a finire a causa dell’illimitata hybris dei maschi al potere
e del loro disastroso pensiero dicotomico.
Penso che Hegel si è
sbagliato quando affermava che bisogna che “scoppi il cuore del
mondo” perché l’umanità faccia un passaggio di livello di
coscienza. Spero che sia così, nel prossimo futuro, ma il buongiorno
si vede dal mattino».
Sarantis Thanopulos: «Ho capito cos’è
la lungimiranza femminile mentre mia madre prendeva cura della tomba
di suo fratello conversando con me amabilmente. Il piacere del vivere
nel momento della cura affettuosa della persona amata con cui non si
può essere più in contatto fisico. L’incontro tra gli amanti e
tra gli amici, l’ascolto di un concerto, l’andare al teatro o al
cinema, o in chiesa, il prendere il caffè in compagnia di
sconosciuti familiari, non sono “abitudini” da cambiare ma il
manifestarsi della vita che può essere limitato per necessità
esterne, ma deve resistere forte dentro di noi.
Solo il nostro
femminile può ribellarsi alle “virili” abitudini suicide della
memoria corta, dell’uso strumentale degli altri e dell’ambiente,
dell’isolamento iper-comunicante che ci fa perdere le cose belle
della realtà e ci nasconde i suoi pericoli (finché non ci sbattiamo
sopra)».
Annarosa Buttarelli: «Parlando di lungimiranza
femminile, intendevo anche quello che tu hai compreso osservando tua
madre. Hai scritto, per due volte, “cura”, parlando di lei: la
sapienza femminile si è da sempre resa visibile – chi ha occhi per
intendere… – prendendosi cura del vivente e di ciò che lo fa
vivere, nel modo migliore possibile. Andare a teatro, al cinema, in
chiesa, leggere un libro, ascoltare una buona conferenza… sono
tutte attività tenute in vita dalle donne, se sono vere le
statistiche che vi rilevano la frequenza tra il 70 e l’80% di
pubblico femminile.
Ma c’è molto altro che riguarda la
“lungimiranza delle donne”. Continuiamo la prossima volta»
(il manifesto, 28 marzo 2020)