10 Gennaio 2020
la Repubblica

Il Papa: “Non c’è salvezza senza la donna, la violenza è profanazione di Dio”


La prima omelia di Bergoglio per ricordare il ruolo della donna e la sua centralità nel mondo: “Continuamente offesa, picchiata, violentata, indotta a prostituirsi. Da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità”


CITTA’ DEL VATICANO. Le prime parole dell’anno nuovo di Papa Francesco sono per la donna. Nella sua omelia del 1 gennaio il pontefice ha ribadito con forza il ‘no’ alla donna sfruttata nel suo corpo, umiliata nella maternità e sul posto di lavoro da uomini che “hanno la pancia piena”, costretta a viaggi pericolosi per dare un futuro ai figli. Il 2020 si apre così con una preghiera di Bergoglio che ricorda la centralità del ruolo femminile nel mondo perché “senza la donna non c’è salvezza”.

“Le donne sono fonte di vita. Eppure sono continuamente offese, picchiate, violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo”, ha detto il Papa nell’omelia per la solennità di Maria Santissima, “Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna. Dal corpo di una donna è arrivata la salvezza per l’umanità: da come trattiamo il corpo della donna comprendiamo il nostro livello di umanità”.

La maternità umiliata

Invece “quante volte il corpo della donna viene sacrificato sugli altari profani della pubblicità, del guadagno, della pornografia, sfruttato come superficie da usare. Va liberato dal consumismo, va rispettato e onorato; è la carne più nobile del mondo, ha concepito e dato alla luce l’Amore che ci ha salvati! Oggi pure la maternità viene umiliata, perchè l’unica crescita che interessa è quella economica”.

“Ci sono madri, che rischiano viaggi impervi per cercare disperatamente di dare al frutto del grembo un futuro migliore e vengono giudicate numeri in esubero da persone che hanno la pancia piena, ma di cose, e il cuore vuoto di amore”, ha proseguito Papa Francesco, “Secondo il racconto della Bibbia, la donna giunge al culmine della creazione, come il riassunto dell’intero creato. Ella, infatti, racchiude in sé il fine del creato stesso: la generazione e la custodia della vita, la comunione con tutto, il prendersi cura di tutto”.

“Una conquista che vale per l’umanità”

Quindi l’appello a riconoscere alle donne un ruolo decisionale nella società: “La donna è donatrice e mediatrice di pace e va pienamente associata ai processi decisionali. Perché quando le donne possono trasmettere i loro doni, il mondo si ritrova più unito e più in pace. Perciò, una conquista per la donna – ha evidenziato il Papa – è una conquista per l’umanità intera”.

Avvicinandosi a Maria la Chiesa si ritrova, ritrova il suo centro e la sua unità. – ha concluso il pontefice – Il nemico della natura umana, il diavolo, cerca invece di dividerla, mettendo in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti. Ma non capiamo la Chiesa se la guardiamo a partire dalle strutture, dai programmi e dalle tendenze: ne coglieremo qualcosa, ma non il cuore. Perché la Chiesa ha un cuore di madre. E noi figli invochiamo oggi la Madre di Dio, che ci riunisce come popolo credente”.


(la Repubblica, 1 gennaio 2020)

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