13 Agosto 2018
27esimaora

In ricordo di Ida, donna e femminista fuori dagli schemi

di Lia Cigarini e Luisa Muraro

«Cibo dell’anima, cibo del corpo» è la formula coniata da Ida Faré per un ciclo di conferenze seguito da uno speciale aperitivo. Accadeva nei locali della Libreria delle donne di Milano, non si trattava solo di convivialità ma di un suo originale impegno politico. Dal 2001, cioè da quando la Libreria ha cambiato sede, Ida Faré ha scelto questo luogo per dare vita a quello che lei e altre, riunite nel gruppo Estia, hanno chiamato «cucina relazionale». Estia è il nome dell’antichissima dea del focolare, con questo nome il gruppo ha pubblicato Fuochi, un quaderno di Via Dogana presentato a Cascina Triulza durante Expo 2015.

La vita di Ida è costella di figli, quattro (Marta, Caterina, Nicola, Ernesto) e di impegni politici. Tra questi ultimi spicca l’apertura di un circolo femminista nella milanese facoltà di Architettura. Si chiamava Vanda, il suo tema focale, modi di abitare delle donne, ha continuato a ispirare ricerche, iniziative e pubblicazioni. La più recente è LabMi, primum vivere che Ida ha seguito fino all’ultimo.

È morta l’8 agosto, a casa sua, vicino ai suoi figli dopo una breve malattia. Amava cucinare, sapeva scrivere (La mia signora, Malamore), aveva passione politica. Era ospitale e inventiva, tra le sue invenzioni brilla l’effimera ma memorabile comparsa della rivista Grattacielo nel 1980, durata 9 numeri. Fu un tentativo di femminismo fuori dagli schemi.

(27esimaora.corriere.it, 13 agosto 2018)

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