18 Novembre 2022
Il Fatto Quotidiano

Kiev avvisa Di Cesare: macché intellettuale, “è solo una filo-russa”

di Salvatore Cannavò


«È una guerra alle idee». Donatella Di Cesare, filosofa, volto noto dell’odierno pacifismo, commenta così la notizia, rilanciata dal quotidiano online Open, che la vede bersaglio del governo ucraino.

«Il Consiglio per la sicurezza e la difesa nazionale dell’Ucraina – si legge infatti sul giornale fondato da Enrico Mentana –, ha pubblicato un tweet in cui accusa, attraverso il canale Telegram del suo Centro anti-disinformazione, la filosofa Donatella Di Cesare di “diffondere narrazioni identiche a quelle russe sui media occidentali, coprendosi con le immagini di un ‘europeo purosangue’ e di ‘intellettuale’”».

Si tratta di una messa all’indice, da parte di un istituto governativo di un Paese in guerra, di una studiosa che si presenta nel dibattito pubblico solo con le proprie idee. La segnalazione proviene da un organismo statale, il Consiglio per la sicurezza e la difesa, che è presieduto dallo stesso Zelensky, e in particolare dal suo Centro per la lotta alla disinformazione, «organo di lavoro del Consiglio di sicurezza e difesa», si legge nel decreto di costituzione del 2020, «creato al fine di raggiungere gli scopi e gli obiettivi della Strategia di sicurezza nazionale dell’Ucraina».

Non un pubblico scambio di idee, quindi, ma una lista di proscrizione redatta da un Paese in guerra e che quindi espone i suoi obiettivi a ogni tipo di conseguenza. Immaginiamo con la soddisfazione di tanti liberali occidentali che non perdono occasione di accusare qualsiasi pensiero critico come colluso con Vladimir Putin (si guardi, ad esempio, la campagna quotidiana che conduce contro il nostro quotidiano Gianni Riotta).

Conversando con il Fatto, a cui collabora regolarmente, Di Cesare si dice «stupita da questo attacco, ma non mi lascio intimidire. Come filosofa ho parlato sempre guardando alla pace, condannando l’invasione russa, ma rifiutando sempre con coerenza la logica bellica degli schieramenti. Sono dalla parte dei disertori e spero che il conflitto si fermi presto. Lo dirò anche ad Amsterdam. I più poveri e i più deboli, da una parte e dall’altra, hanno tutto da perdere».

Ad Amsterdam, la filosofa parteciperà alla conferenza annuale organizzata dall’Istituto olandese Nexus all’interno del convegno “War and the future” che si svolgerà il 19 e 20 novembre prossimi. La sua è praticamente l’unica voce schierata contro l’interventismo occidentale in un confronto tra esperti, filosofi, scrittori di varie esperienze e provenienze, e in vista del convegno, il quotidiano olandese Nrc Handelsblad ha pubblicato un’ampia intervista in cui la filosofa ha espresso le sue opinioni sulla guerra in corso, sul ruolo dell’Europa, sul pacifismo italiano. In seguito a questa intervista è apparsa la nota del Consiglio ucraino. Le cui ultime segnalazioni riguardano argomenti come il «falso documento riguardante le manifestazioni di violenza sessuale nelle forze armate dell’Ucraina»; «i dossier del propagandista Volodymyr Kornilov»; le notizie che denunciano «sullo sfondo della crisi energetica provocata dal terrore della Federazione Russa» la comparsa di «falsi social network, che in realtà duplicano i canali ufficiali delle compagnie energetiche ucraine». La libera opinione di una studiosa, quindi, viene equiparata alle fake news e alla propaganda di guerra russa e lei stessa additata come quinta colonna della Russia. «Una guerra alle idee» sostiene Di Cesare, che respinge nettamente le insinuazioni ucraine: «Ho le mie idee e le espongo liberamente, perché devo essere presentata come un nemico dell’Ucraina?».


(Il Fatto Quotidiano, 18 novembre 2022)

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