9 Maggio 2019
Corriere della Sera

L’amore acido

di Massimo Gramellini


A Sara non sta bene che lui l’abbia lasciata dopo nemmeno un mese. Lo implora, lo minaccia, lo perseguita con messaggi minatori. Quando arriva a tagliargli le gomme dell’auto, lui la denuncia ai carabinieri e, per competenza, alle Iene. L’Italia gode di un efficiente sistema giudiziario televisivo: le Iene indagano, Forum giudica e dei latitanti si occupa Chi l’ha visto? L’inviata del programma di Italia Uno si mette sulle tracce di Sara e cerca di farla ragionare. Lei promette, ma poi bofonchia: «Non mi ha mai chiesto scusa». Così martedì sera lo pedina con l’auto. Lui se ne accorge e chiama i rinforzi, la madre e il fratello, perché lo aspettino sotto casa a Legnano. Ma non fa in tempo a scendere dalla macchina che Sara gli rovescia un bicchiere di acido in faccia. Lei finisce in carcere. Lui in ospedale, con un occhio a rischio.
Se una storia come questa fa notizia, significa che è ancora poco frequente. Rovescia lo schema tradizionale, dove il maschio veste i panni del carnefice. Io però temo che il virus dell’orgoglio ferito – per cui uno pensa di trovare pace solo se si vendica di chi lo ha fatto soffrire – possa colpire indistintamente uomini e donne, perché è il frutto di un modello patriarcale basato sul possesso. Il cambiamento, suggeriva già Jung, richiederebbe l’adesione a un modello matriarcale basato sull’accettazione. Non significa farsi guidare dalle donne, ma dal femminile presente in ciascuna persona, uomo o donna che sia.


(Corriere della sera, 9 maggio 2019)


[N.d.r.: tutto bene, tranne Jung]

Print Friendly, PDF & Email