4 Maggio 2018
Internazionale

Le donne non si fermeranno

The Guardian, Regno Unito

Decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle città spagnole, indignate dalla decisione del tribunale di Pamplona che ha assolto cinque uomini dall’accusa di stupro di gruppo, condannandoli per il reato più lieve di abusi sessuali. La corte ha stabilito che non c’era stata violenza né intimidazione perché la vittima non aveva reagito. L’accusa è ricorsa in appello e vari politici hanno subito condannato la sentenza. Madrid ha promesso che riesaminerà le leggi sui crimini sessuali. In un tweet la polizia spagnola ha scritto “No significa no” per dodici volte. Anni di campagne di sensibilizzazione hanno cambiato l’atteggiamento delle persone e delle autorità. Com’è possibile che ci sia ancora tanto da fare? Gli attivisti spagnoli hanno accusato la “cultura patriarcale e maschilista” del paese, ma la questione non riguarda solo la Spagna. In India ci sono state manifestazioni contro le agghiaccianti reazioni di funzionari e politici dopo lo stupro e l’uccisione di due ragazze, una delle quali di appena otto anni. Gli irlandesi hanno manifestato contro l’assoluzione di due rugbisti dall’accusa di stupro: a scatenare la rabbia erano stati gli otto giorni di controinterrogatori a cui era stata sottoposta la vittima. La settimana scorsa negli Stati Uniti l’attore Bill Cosby è stato condannato per violenza sessuale. Secondo alcuni questa sentenza è un evento epocale, ma per altri è solo un’eccezione. Le accuse contro gli imputati devono essere valutate rigorosamente e i testimoni devono essere messi alla prova. Ma troppo spesso le vittime devono soffrire due volte. Perché lo stato non riesce a portare in tribunale i loro assalitori. Oppure perché durante il processo subiscono controinterrogatori concepiti per confutare la loro testimonianza, o devono affrontare il pregiudizio secondo cui la maggior parte delle accuse di violenza è falsa. Casi simili scoraggiano le donne che vorrebbero denunciare gli abusi subiti, dicono agli aggressori che possono farla franca, e lanciano un messaggio più ampio sul modo di trattare le donne che la società considera accettabile. In tutto il mondo invece le proteste stanno diffondendo un altro messaggio: le donne non solo meritano ma pretendono di meglio, e non si fermeranno finché non l’avranno ottenuto.

(Internazionale 4-10 maggio 2018)

 

 (Ndr. …e ancora non si sapeva dell’Accademia del Nobel di Stoccolma!)

Print Friendly, PDF & Email