10 Marzo 2022
La Sicilia

«le donne sono potenza e forza creativa»

di Pinella Leocata


Catania. La rete de La RagnaTela ha dedicato questo 8 marzo alla potenza delle donne, alla loro forza creativa, alla capacità di dare la vita e di tutelarla, come in questi terribili giorni di guerra che mostrano le donne ucraine determinate a mettere in salvo la vita dei propri figli e dei propri cari. Per dire che “le donne sanno” – che sanno che tutte le questioni le riguardano e che sono capaci di reinventare il domani e di discutere e ridefinire ogni cosa – si sono riunite in piazza Federico di Svevia davanti al loro grande striscione, a una bandiera della pace e a una composizione delle opere della street artist afgana Shamsia Hassani che, con senso onirico e poetico, parla della guerra e delle città.

Su tutto s’impone il lungo tappeto rosso delle donne che, con il loro sapere, hanno inciso beneficamente sull’umanità. Tante le immagini di scienziate, ambientaliste, pacifiste e rivoluzionarie, come Franca Viola che con il suo no alle nozze riparatrici con il suo violentatore ha contribuito a spezzare l’omertà e a cambiare il costume delle donne, e Rosa Park che rifiutandosi di cedere il posto a un bianco ha aperto la stagione dei diritti dei neri americani. Ci sono le tre biologhe italiane che per prime in Europa hanno isolato il Covid 19, tre meridionali, la campana Maria Rosa Capobianchi, la molisana Francesca Calavita e la siciliana Conetta Castelletti. C’è Françoise Barré Sinoussi, francese, l’immunologa che ha indentificato e isolato l’Hiv, premio Nobel per la Medicina nel 2008. C’è Rigoberta Menchù Tum, esponente del movimento di liberazione degli Indios, premio Nobel per la pace nel 1992. C’è l’ambientalista e scrittrice Naomi Klein, e l’attivista ambientalista Vandana Shiva e tante altre. E con loro un grande panello dell’artista e scenografa Concetta Rovere composto da volti di donna, disegni abbigliati con stoffe, lane e stringhe in una composizione improntata alla filosofia del recupero e della creatività.

Tante le donne che hanno preso la parola al microfono, come Anna Di Salvo che ricorda le riflessioni delle donne contro la guerra, i pensieri delle filosofe Hannah Arendt, Carla Lonzi e Simone Weil e della scrittrice Virginia Woolf che ne “Le tre ghinee” spronava a inventare pratiche e parole nuove per opporsi alla guerra. Nunzia Scandurra sottolinea la grande competenza che le donne mettono in campo ogni giorno, seppure spesso non vengono neppure nominate. E Mirella Clausi evidenzia la grande forza delle donne, come quella delle studentesse calabresi che hanno denunciato le molestie del loro professore. Da lei parole forti contro l’orrore della guerra e la consapevolezza che “nel mondo c’è bisogno del pensiero e della forza femminile”, “c’è bisogno della nostra capacità di gestire il mondo in modo differente”. E c’è bisogno, come dice Cinzia Colajanni dell’Adas, Associazione a difesa dell’ambiente e della salute, di organizzarsi e di lottare per una città accessibile a tutte e a tutti, disabili, anziani, mamme con bambini. E, a questo proposito, Simonetta Cormaci, dell’Unione italiana ciechi, ha ricordato l’apertura, nella sede di via Louis Braille 6, del primo sportello in Sicilia dedicato alle donne con e senza disabilità, un luogo accessibile a tutti, a partire dall’assenza di barriere architettoniche, un posto dove aiutare le persone a lottare la doppia discriminazione dell’essere donna e disabile. Infine da Pina Palella dell’Anpi l’invito a educare le nuove generazioni all’accettazione, all’abbandono degli stereotipi.

E non è mancata, interpretata da Carmina Daniele, neppure la voce delle poetesse ucraine, come Lyudmilla Legostaeva, che parla di un albero che scrive lettere all’Ucraina raccontando delle bianche betulle da cui cadono gocce rosse di sangue, o come la tredicenne israeliana Talil Sorek che in “Ho dipinto  la pace” dice “non avevo il rosso per il sangue dei feriti, non avevo il nero per il pianto degli orfani, non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti, ma avevo l’arancio per la gioia della vita”. Arancio, come il colore degli agrumi prodotti in un terreno confiscato alla mafia e distribuiti agli abitanti della piazza con l’annuncio, da parte di Alfio Furnari, che un gruppo di agricoltori biologici si sta preparando per partire per Kiev per incontrare i propri colleghi in segno di pace, “perché la terra ama la pace”.


(La Sicilia, 10 marzo 2022)

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