26 Febbraio 2024
Corriere della Sera

L’Inghilterra si prepara a decriminalizzare l’aborto (disciplinato da una legge del 1861)

di Luigi Ippolito


Una legge di epoca vittoriana, un voto storico al Parlamento di Londra: l’Inghilterra si prepara, il mese prossimo, a decriminalizzare l’aborto. Perché può sembrare incredibile, ma Oltremanica l’interruzione di gravidanza è tuttora disciplinata da una legge del 1861 che commina fino al carcere a vita alle donne che decidono di abortire: solo grazie a una deroga approvata nel 1967 è consentito interrompere la gravidanza sulla base del parere di due medici ed entro le 24 settimane. Altrimenti, si incorre nel codice penale dell’Ottocento.

Ma adesso è emersa a Westminster una maggioranza bipartisan in favore di una svolta: a marzo la deputata laburista Diana Johnson presenterà un emendamento alla legge del 1861 per far sì che l’aborto non sia più considerato un crimine, ma una scelta che riguarda la salute delle donne. La ministra della Sanità, la conservatrice Victoria Atkins, ha fatto sapere che anche lei appoggia la decriminalizzazione e un sondaggio ha mostrato che il 55% dei deputati è d’accordo (i partiti lasceranno libertà di coscienza al momento del voto).

La questione è diventata di attualità dopo che almeno 100 donne, dopo il 2018, sono incorse nei rigori della legge per aver abortito illegalmente: in alcuni casi sono state arrestate in casa, ammanettate e trascinate in cella. Particolare scalpore ha destato la storia di Carla Foster, una madre quartantacinquenne di tre bambini che nel 2020 era stata condannata a 28 mesi di carcere per aver interrotto la gravidanza alla trentaduesima settimana (la pena è stata poi dimezzata in appello e sospesa con la condizionale): un caso definito «molto triste» dagli stessi giudici. Durante il lockdown molte donne hanno fatto ricorso alla pillola abortiva, che era stata resa disponibile per posta sulla base di un semplice consulto telefonico, ma sono poi finite sotto inchiesta da parte della polizia.

L’emendamento alla legge del 1861, che con ogni probabilità verrà approvato, non cambierà le disposizioni del 1967 in base alle quali l’aborto è permesso solo fino alla ventiquattresima settimana e previa autorizzazione di due medici, ma le eventuali violazioni non saranno più automaticamente considerate un crimine. In questo modo, Inghilterra e Galles si allineeranno all’Irlanda del Nord, che aveva già decriminalizzato nel 2019 l’interruzione di gravidanza.

La peculiare situazione legislativa inglese era frutto di un tipico compromesso, secondo cui si mantiene la tradizione preferendo emendarla invece di abolirla del tutto: ma le conseguenze stavano diventando insostenibili. Tuttavia c’erano state forti resistenze ad affrontare la questione, nel timore di importare dall’America quelle guerre culturali che lì hanno polarizzato la società e fatto del corpo delle donne un campo di battaglia politico. Alla fine però il buon senso ha prevalso e si è trovato il consenso necessario per porre fine a un anacronismo non più giustificabile.


(Corriere della sera, 26 febbraio 2024)

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