17 Marzo 2023
La Sicilia

L’onda luminosa del femminismo

di Pinella Leocata


Una mostra, un’istallazione e vari interventi per celebrare l’8 marzo e “L’onda luminosa del femminismo”. Questo il nome che le donne de La Ragna-Tela e de La Città felice hanno voluto dare alle loro iniziative volte a fare conoscere e a promuovere le conquiste delle donne e delle femministe nel corso degli ultimi decenni. Il femminismo, dicono, «è un’onda luminosa che irrompe e non si arresta, che s’impenna e dilaga, che ridà senso e gioia alla vita e al mondo». Un approccio diverso da quello vittimista e meramente rivendicativo. «Rivendicare i diritti è importante, a partire dalla parità salariale – dice Mirella Clausi alle studentesse e agli studenti presenti in piazza Università – ma è importante immettere la nostra visione del mondo. Noi donne abbiamo un modo diverso di sentire degli uomini e dobbiamo riuscire a fare mondo con il nostro pensiero e il nostro sapere».

Pensieri che si moltiplicano nei vari interventi dedicati alla lotta delle donne in Iran, Afghanistan e Kurdistan e volti a sollecitare e a pretendere un “addio alle armi”, in Ucraina come in altre parti del mondo. A fare la guerra – denunciano le promotrici – «non è più il patriarcato che hanno conosciuto le nostre nonne e le nostre madri e che non esiste più grazie alle donne. Gli è subentrata la “fratria”, fatta di confraternite maschili, che possono includere anche le sorelle. La fratria fa la guerra e non ascolta la lingua-ragione». E ancora interventi contro chi «vuole cancellare tutte le differenze e rendere il mondo un deserto asessuato di surrogati e robot che sostituiscano la ricchezza delle relazioni di corpi sessuati». «Noi che amiamo la vita – concludono – diciamo no alla mercificazione dei corpi con le più sofisticate tecnologie». E questo significa porre «fine alla pulsione mortifera dell’ultraliberismo».

Intanto sull’istallazione che riproduce un’onda azzurra, opera di Cettina Rovere e Carmina Daniele, “galleggiano” libri, riviste e quotidiani delle origini del femminismo. E di questa lunga storia parla – come spiega Anna Di Salvo – anche la mostra “Storia, documenti e immagini del femminismo in Italia dal 1965 al 2005” che racconta, con cartelli e immagini, le tante conquiste delle donne: la legge sul divorzio, il nuovo diritto di famiglia, la legge per la realizzazione degli asili nido indispensabili perché le donne possano dedicarsi anche al lavoro, la legge sull’interruzione della gravidanza, e quella contro la violenza sessuale. E poi le tante manifestazioni per la pace e contro la guerra e le conquiste realizzate da artiste, scienziate, letterate, ambientaliste, filosofe, economiste, pacifiste. E ancora notizie su testi cult del movimento femminista, a partire da “Noi e il nostro corpo” scritto da autrici americane, e “Dalla parte delle bambine” di Elena Gianini Belotti. E ancora “La passione secondo G.H.” di Clarice Lispector, “L’ordine simbolico della madre” di Luisa Muraro, “La politica del desiderio” di Lia Cigarini, “Speculum” di Luce Irigaray. E poi le riviste “Mezzo cielo”, “Noi donne”, “Differenze”, “Diotima”. Tutte tappe di un percorso rivoluzionario, di un’onda lunga e “luminosa”.

La mostra sarà esposta nelle scuole che ne faranno richiesta e nelle sedi delle associazioni che hanno promosso le iniziative di questo 8 marzo insieme a La Ragna-Tela e a La città, e cioè Coordinamento donne Cgil, Udi, Centro donna, e Fare stormo di Misterbianco.


(La Sicilia, 9 marzo 2023)

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